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Gandini (Mylius Yachts): “Nel 2025 ricapitalizzeremo il cantiere per diversi milioni”

Secondo la proprietaria e a.d. il nuovo anno si prospetta ricco di sfide per il cantiere di Podenzano che ha rafforzato l’organico con l’arrivo, tra gli altri, di Giovanni Manni nel ruolo di general manager

di Alberto Mariotti
22 Gennaio 2025
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valentina-gandini-mylius

Düsseldorf (Germania) – In occasione della presentazione del nuovo Mylius M47p a motore avvenuta al boot Dusseldorf, SUPER YACHT 24 ha incontrato Valentina Gandini, proprietaria e a.d. del cantiere Mylius Yachts di Podenzano per scoprire i programmi del nuovo anno: “Il cantiere è cresciuto molto negli ultimi anni, abbiamo diverse barche in costruzione e serviva strutture l’azienda in modo più forte, a livello di organico e di marketing. Abbiamo quindi introdotto nuove figure, tra cui Giovanni Manni nel ruolo di generale manager, e Francesco Bianchi come coordinatore dell’ufficio tecnico”.

Che anno sarà il 2025 per Mylius?

“Il 2025 è un anno importante perché Milyus verrà ricapitalizzata per diversi milioni, è un’operazione totalmente finanziaria che stiamo facendo noi come famiglia Gandini, ma che in futuro vedrà l’ingresso anche di altri player. Proprio per questo serviva un rinforzo importante di capitale umano, qualcuno che potesse darmi una mano da un punto di vista manageriale nella gestione a 360° del cantiere. Il suo arrivo mi permetterà di avere più tempo per gestire la parte finanziaria, che è il mio compito principale non solo per Milyus ma per tutto il gruppo industriale. E poi di poter viaggiare e partecipare ai saloni esteri. È stato un fine anno di grandi manovre per arrivare a presentarci al salone di Dusseldorf con la nuova struttura aziendale”.

A cosa state lavorando in cantiere?

“Andremo avanti a fare le nostre barche a vela, abbiamo in produzione il 72 a cui stiamo cercando un nuovo cliente e contiamo di metterlo in acqua il prima possibile. Entro l’estate andranno in acqua due 66’ mentre in autunno sarà la volta del 60’ di Ceccarelli. Nel frattempo riceveremo in cantiere dalla Polonia (dove il cantiere lamina una parte della sua produzione, n.d.r.) il nuovo 80’ che sarà varato a inizio 2026. E nel frattempo vogliamo crescere con la nostra parte motore”.

Come si svilupperà questa gamma?

“Al momento il prodotto di punta è sicuramente il nuovo 47 appena presentato.  È il nostro entry level e ha un mercato più ampio. Noi l’abbiamo pensata per gli Stati Uniti ma sta riscuotendo un discreto successo anche in Europa, la barca è bella e naviga benissimo, siamo soddisfatti. Continueremo a produrre il 62 e abbiamo il progetto per una navetta più grande di 76’ disegnata ancora da Giovanni Ceccarelli. Infine vorremmo riprendere il progetto del catamarano che, tra tutti i prodotti e le novità che avevamo bisogno di spingere sul mercato, avevamo un po’ rallentato”.

I vostri progettisti sono quindi Simeone e Ceccarelli.

“Sì e allo stesso tempo stiamo rendendo sempre più forte il nostro ufficio tecnico interno. I Milyus sono così belli non solo perché i progettisti sono bravi a disegnare le linee d’acqua, una parte che conta tanto ma non è solo quella. C’è un gran lavoro di progettazione e costruzione della barca che avviene in cantiere, a partire dagli interni che vengono disegnati dal nostro architetto e interior designer Ugo Caragnano e dai ragazzi dell’ufficio tecnico fino ad arrivare agli impianti e ai sistemi di bordo.

Il progetto di portare in casa una parte del processo di laminazione è ancora valido?

“Certo, abbiamo investito molto su questo progetto grazie al nuovo forno. Non nascondo che l’ingresso di persone di grande esperienza come Giovanni Manni e Francesco Bianchi è proprio un segnale forte del fatto che noi non abbiamo per niente abbandonato quella strada, ma anzi stiamo strutturando l’azienda per perseguirla in modo ottimale e avere una vera linea di super fast boat costruite in carbonio prepeg all’interno del cantiere”.

Fino a che dimensioni vi spingerete nella vela?

“Abbiamo ancora nel cassetto il progetto del 95 piedi ma serve tempo, prima bisogna essere bravi ed efficienti in quello che sappiamo fare bene e che stiamo facendo bene. Come ho sempre detto non voglio andare oltre i 100 piedi, non è il nostro mercato, è un segmento che non vogliamo aggredire, che non ci rappresenta e non ci appartiene”.

Quali saranno i prossimi step per la parte motore?
“Vogliamo puntare sul mercato americano con nuovi dealer e probabilmente dovremo decentrare la produzione trovarndo un posto diverso dove costruirle: la gestione delle barche a vela insieme a quelle a motore è complessa, logisticamente e come mentalità. Abbiamo approcciato la costruzione di questo primo 47 come le nostre barche a vela e ci ha dato un risultato straordinario in acqua, sia come performance sia come stile degli interni, ma bisogna trovare il giusto compromesso. Non la vogliamo rendere industriale ma neanche costruirla come facciamo con gli 80’ a vela”.

La vela resterà al centro?

“La barca a vela rimane il nostro prodotto di punta perché è quello in cui crediamo. La barca motore, vivendo anche sulla gloria della vela, è un prodotto leggermente più commerciale che mantiene però sempre quel carattere design e performance che da sempre ci distingue”.

L’ultima domanda è invece per il nuovo general manager Giovanni Manni: A che punto è il cantiere e dove lo vorrebbe portare?

“Al prodotto Mylius non manca assolutamente nulla, anzi ha molto e lo reputo uno tra i migliori, anche perché negli ultimi la qualità delle imbarcazioni è aumentata. Bisogna lavorare sulla produzione affinché viaggi in un altro modo organizzandoci anche con dinamiche tipiche delle produzioni un po’ più spinte. Vorremmo arrivare al 2028 con un business plan importante e un fatturato sui 40 milioni di euro all’anno con un Ebidta di circa 4 milioni. Questo è l’obiettivo che ci siamo dati e che vorremmo perseguire”. 

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