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Genova rischia di perdere l’arrivo della nave da record Yacht Servant

Si tratta dell’unità più grande al mondo per il trasporto di navi da diporto ma le sue dimensioni richiedono simulazioni di manovra e un’ordinanza apposita

di Nicola Capuzzo
9 Giugno 2022
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Yacht Servant 2

Yacht Servant, l’ultima new entry nella flotta della compagnia Dyt Yacht Transport costruita in Cina, nonché la più grande nave al mondo per capacità di trasporto di yacht a bordo, è stata appena battezzata nel porto di Palma di Maiorca alla presenza di circa 150 invitati e di tutte le istituzioni locali. Le sue dimensioni sono notevoli: 214,17 metri di lunghezza, 46 di larghezza, pescaggio di 4,6 metri e oltre 6.300 metri quadrati di superficie in coperta per imbarcare e trasportare navi da diporto.

Come già preannunciato dai rappresentanti della compagnia di navigazione nei mesi scorsi, questa unità dovrebbe (e vorrebbe) scalare il porto di Genova già a partire da fine estate ma il rischio è invece quello che sia costretta a rivolgersi a un altro porto.

Secondo quanto riportato da SHIPPING ITALY infatti (né Dyt Yacht Transport né l’agenzia marittima Finsea preferiscono esprimersi sull’argomento in questo momento), se in tempi rapidi non verrà assicurato un ormeggio alla nave la compagnia dovrà suo malgrado guardare altrove. La prenotazione del trasporto dal Mediterraneo al Centro America (in particolare Caraibi) degli yacht a fine stagione estiva è stata in larga parte già completata e di conseguenza la programmazione degli approdi della nave dev’essere anch’essa programmabile con largo anticipo. Cosa che in questo momento al porto di Genova ancora non sta avvenendo nonostante la stessa agenzia Finsea da mesi si sia attivata con Capitaneria di porto e Autorità di sistema portuale per trovare una soluzione percorribile.

Diverse sono state le ipotesi di approdo allo studio sia a Genova Sampierdarena che a Genova Pra’ ma pare che la scelta finale sia ricaduta sul Imt Terminal del Gruppo Messina che si trova al termine del canale di Sampierdarena dove però possono accedere navi fino a una larghezza di 40 metri. La Yacht Servant è larga 46 metri per cui dalla Capitaneria viene considerata come una nave “fuori sagoma” e perciò è richiesta per un suo ingresso un’apposita ordinanza. Ordinanza che può arrivare solo a seguito di calcoli precisi e apposite simulazioni che verranno effettuati presso l’accademia Imat di Castelvolturno (Caserta). Più complicato da un punto di vista burocratico e amministrativo (paradossalmente non da quello operativo) sarebbe l’utilizzo della diga foranea del porto di Pra’ (dove rimase a lungo ormeggiato lo scafo della Costa Concordia durante il suo alleggerimento) proprio perché, non essendo formalmente un terminal ma un’infrastruttura a difesa della banchine, servirebbe un cambio di destinazione d’uso finalizzato a rendere quel tratto di cemento un accosto per navi in servizio.

Si tratta a questo punto di una corsa contro il tempo che vede coinvolte in primis Dyt Yacht Transport e Finsea ma insieme a loro la Capitaneria di porto, la port authority e i servizi tecnico-nautici di Genova. Entro pochi giorni si scoprirà se il primo scalo d’Italia sarà stato in grado di trovare la rotta per accogliere la nave porta-yacht più grande al mondo (un biglietto da visita non indifferente anche per l’indotto della grande nautica) o se invece la compagnia si sarà vista costretta a portare la Yacht Servant in altri porti del Mediterraneo.

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