Un progetto da 209 milioni di euro per Marina di Imperia
Intervista esclusiva all’amministratore unico Stefano Gandolfo e al direttore tecnico Alberto Caprile sul progetto di rilancio del porto e l’attrazione dei superyacht

Il futuro del porto turistico di Imperia è al centro di un rinnovato interesse, con un ambizioso progetto di rilancio, da 209 milioni di euro, che promette di trasformare la città in una destinazione di primo piano per la nautica da diporto. SUPER YACHT 24 incontra Stefano Gandolfo, amministratore unico uscente di Go Imperia, e Alberto Caprile, direttore tecnico del porto, per fare luce sui dettagli di questo atteso sviluppo.
Dottor Gandolfo, partiamo dalle sue annunciate dimissioni dalla carica di amministratore unico di Go Imperia. Quali sono le ragioni in un momento così determinante per il futuro del porto?
Stefano Gandolfo: “La mia decisione non scaturisce da divergenze con l’amministrazione comunale, bensì dalla conclusione del mio mandato, che coincide con una fase cruciale per il futuro del porto: il rinnovo della concessione. Considerata la complessità e la delicatezza di questo processo imminente, ho ritenuto opportuno lasciare spazio a una nuova gestione con un mandato più ampio. Questo permetterà a chi subentrerà di dedicarsi a tempo pieno a tutte le procedure propedeutiche al rilascio della concessione pluridecennale, fondamentale per completare il progetto.”
Il progetto di rilancio del porto turistico di Imperia è ambizioso. Potrebbe illustrarci i suoi pilastri strategici, con un focus particolare sulla possibilità di ospitare superyacht?
S.G. “Il nostro progetto di rinascita del Marina di Imperia affonda le radici nel superamento delle criticità ereditate dalla precedente gestione. Partendo dalla concessione temporanea ottenuta dal Comune, il nostro obiettivo è appunto la sua trasformazione in una concessione pluridecennale, un orizzonte temporale indispensabile per la piena realizzazione delle opere. Nonostante una gestione operativa dal 2014, caratterizzata da rinnovi annuali e sfide significative come la carenza di infrastrutture basilari, il porto ha dimostrato un’attrattiva considerevole, con un tasso di occupazione medio del 60-70% e la presenza di yacht di notevoli dimensioni.
Partendo dal progetto originario, incompleto, del porto turistico di Imperia, ci siamo rivolti a uno studio tecnico di Torino che lo ha completamente rielaborato con una visione innovativa per elevare la qualità di servizi e immobili, introducendo novità di spicco come l’ampliamento degli ormeggi per grandi imbarcazioni e quello che sarà un nostro punto di forza: un esclusivo yacht club su una penisola con servizi d’eccellenza. Il progetto prevede anche opere a scomputo per la comunità, tra queste il sistema fognario e il ponte sul fiume Impero che collegherà la marina con la città di Oneglia; tutti elementi propedeutici a un’opera complessiva di alto livello e di grande beneficio per il territorio”.
Direttore Caprile, può fornirci maggiori dettagli sulle caratteristiche specifiche per i superyacht all’interno del progetto?
Alberto Caprile: “Lo yacht club sarà il punto di riferimento per armatori e comandanti di maxi yacht, un’area riservata accessibile tramite badge, in grado di ospitare imbarcazioni dai 24 agli 80 metri. È una vera e propria separazione pensata per offrire esclusività e servizi dedicati. Alla base dello yacht club sorgeranno residenze di lusso e un albergo a 5 stelle, con un bacino antistante dove i tender potranno ormeggiare comodamente. Inoltre, nella zona del molo di sottoflutto, saranno disponibili sette posti barca che vanno dai 75 agli 80 metri, e due posti da 90 metri nell’area più a levante del porto.”
Qual è il valore totale dell’investimento e come è distribuita l’area?
A.C. “Il valore complessivo del progetto ammonta a 209 milioni di euro, di cui 156 milioni destinati all’immobiliare. Per quanto riguarda l’area nel suo insieme, stiamo parlando di un intervento che prevede, oltre ai 1.256 posti barca totali, la realizzazione dell’albergo a 5 stelle, di residenze di lusso e ordinarie, di moduli artigianali per attività nautiche, di alloggi per i corpi dello Stato e di un’area cantieristica di 7500 metri quadrati che include un ulteriore progetto per due capannoni dal volume totale di 20.000 metri cubi.”
Quali sono le tempistiche previste per la sua realizzazione?
S.G. “Prevediamo circa 7 anni per il completamento dei lavori, a partire dal momento in cui otterremo la concessione pluridecennale. Attualmente siamo in attesa del responso del Mase sulla valutazione di impatto ambientale, che dovrebbe arrivare entro i primi di giugno. Se l’esito sarà positivo, contiamo di ottenere la concessione entro ottobre, da cui scaturiranno la convenzione urbanistica e i permessi di costruire. Le attività di affidamento dei vari lotti a soggetti terzi potrebbero iniziare nel 2026.”
Avete già riscontrato interesse da parte di investitori per questo progetto?
S.G. “Sì, abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse da 4 o 5 grandi gruppi, tra cui un fondo completamente italiano, partnership tra gruppi italiani e stranieri, e un interesse da parte di una holding inglese”.
Sembra che Imperia si stia posizionando come una destinazione di rilievo per il turismo nautico di lusso. Qual è la vostra visione per il futuro del porto?
S.G. “La nostra ambizione è quella di trasformare Imperia in un polo nautico d’eccellenza e una destinazione privilegiata per il turismo di lusso, grazie a una particolare attenzione al segmento dei superyacht. Con uno Yacht Club esclusivo, servizi all’avanguardia, infrastrutture moderne e la posizione strategica nel cuore del Mediterraneo, miriamo a rendere Imperia un punto di riferimento internazionale per armatori e comandanti. Una trasformazione che è quindi destinata a generare significative ricadute economiche positive per tutto il territorio, stimolando l’occupazione, il commercio e l’immagine della nostra città. La futura Marina di Imperia sarà un’opera di prestigio e un motore per la crescita e il benessere della comunità.”
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