Cervetto (Faser): “Risolviamo il 90% dei problemi senza salire a bordo”
L’azienda di Varazze racconta la nuova frontiera dell’assistenza remota e le nuove plance integrate che hanno rivoluzionato, facilitandolo, il modo di utilizzare lo yacht

Specializzata in integrazione di strumentazioni di bordo, assistenza remota e sistemi audio/video e di navigazione, Faser nasce circa 40 anni fa a Varazze collaborando fin da subito con il cantiere Baglietto. Dopo una prima fase a supporto delle aziende che fornivano elettronica di bordo, Faser ha iniziato a strutturarsi seguendo le costruzioni dall’inizio alla fine, consolidando nel tempo rapporti con aziende leader di settore e crescendo sia dal punto di vista tecnico sia del personale. Oggi conta circa quindici persone e secondo il Chief technical engineer Alessandro Cervetto “Faser è tra le poche aziende europee a fornire yacht dai sistemi ‘chiavi in mano’, comprensivi di navigazione, plancia integrata, sicurezza, intrattenimento e domotica e automazione nave. Offriamo pacchetti completi a 360°, concentrandoci su pochi cantieri ma con un servizio integrato di altissimo livello”.
In un settore in cui il progresso corre veloce qual è la tecnologia che più ha cambiato il modo di vivere a bordo negli ultimi anni?
“Sicuramente Starlink, è stata una rivoluzione, in tutti i sensi: la comunicazione satellitare era una nostra specialità che dopo il suo avvento abbiamo perso, ma al tempo stesso si sono aperte nuove opportunità. Grazie alla connessione veloce abbiamo potuto portare a bordo tecnologie consumer, come lo streaming, i servizi cloud e un intrattenimento di livello superiore. Inoltre, l’assistenza remota oggi è diventata una realtà concreta e oggi risolviamo il 90% dei problemi senza neanche salire a bordo. È un progresso enorme”.
In quale zona si sono evoluti di più i superyacht negli ultimi anni?
“Dal nostro punto di vista direi nell’aspetto tecnologico della plancia. Abbiamo cercato di far capire che il budget investito per le plance integrate non è dedicato solo al design, ma anche alla funzionalità dello yacht. E i clienti hanno iniziato a capire la facilità di utilizzo delle plance integrate e oggi gli yacht che le utilizzano sono sempre di più. È stato un cambio radicale”.
In cosa si differenzia la parte di navigazione da quella di automazione nave?
“L’automazione è il sistema che gestisce e controlla i sottosistemi principali della nave: motori, generatori, pompe, sentine, serbatoi e sistemi antincendio. In pratica, è una piattaforma che unifica questi micromondi in un’interfaccia unica, da cui si può monitorare lo stato della nave e controllarne alcune funzioni, anche di emergenza come avvio di pompe d’emergenza per l’incendio, pompe di sentina e altre. Include la gestione dell’energia (Pms), cioè l’automatizzazione del sistema elettrico, dei generatori e dell’alimentazione di banchina. Collaboriamo con aziende specializzate e agiamo da system integrator realizzando un’interfaccia coerente con la nostra plancia futuristica, con grafica uniforme dalla timoneria alla sala macchine. È un ambito complementare, che offriamo solo nei progetti più complessi. Il nostro focus è la navigazione e quindi apparati come ecoscandagli, cartografia, Gps, comunicazione Gmdss”.
Per la parte di navigazione collaborate o con marchi consumer come Garmin, Navico, Raymarine, e altri?
“Lavoriamo in sinergia con questi brand, non in concorrenza. Nel mondo dei megayacht, dove ormai il 99% delle imbarcazioni è di classe commerciale, dobbiamo usare prodotti certificati e conformi alle normative internazionali. Per il settore diporto, che è una piccola parte della nostra attività, utilizziamo quei marchi. Per i grandi yacht invece siamo partner storici di Furuno, di cui siamo tuttora il maggior dealer italiano e collaboriamo con Böning, azienda tedesca con cui abbiamo sviluppato le nostre prime plance integrate. Il nostro punto di forza è la flessibilità: non siamo vincolati a un solo brand, ma selezioniamo i migliori apparati di ciascuno – ad esempio strumentazione Furuno, comunicazioni Cobham Sailor e componenti Simrad Professional – costruendo sistemi integrati ad altissimo livello. Questo garantisce affidabilità, soddisfa il cliente che vede e riconosce i brand, riduce al minimo i guasti e assicura un post-vendita praticamente nullo”.
Quali sono stati i progetti più importanti che avete seguito?
“Il Tankoa Solo è stato un grande investimento di tempo e un biglietto da visita importante. Abbiamo infatti sviluppato sistemi touchscreen evoluti, con visualizzazioni personalizzate e l’integrazione completa della strumentazione di bordo. Al tempo la sua plancia fatta con Böning e Furuno era la più grande mai realizzata. Lo yacht ha cambiato tre armatori ma continuiamo a seguirlo. Su m/y Bel1 di Rossinavi abbiamo invece curato intrattenimento e domotica, utilizzando il brand Crestron, che riteniamo essere uno dei migliori per hardware e versatilità. Abbiamo sviluppato il software per essere adattato a diverse imbarcazioni senza doverlo riprogrammare da zero”.
Con quali altri cantieri collaborate?
“Oltre a Tankoa, che è il nostro riferimento principale, collaboriamo con il cantiere Eurocraft di Vado Ligure, con Amer che ha aperto uno stabilimento a Pisa, Rossinavi e seguiamo alcuni refit con Amico e Lusben.
Ha citato il refit, quanto incide sul vostro fatturato?
“È sempre stato un settore strategico. Nei momenti di crisi delle nuove costruzioni il refit ci ha permesso di mantenere attivo il fatturato. Oggi il nuovo rappresenta circa il 90% del nostro lavoro, ma fino a quattro o cinque anni fa era l’opposto: 70-80% refit. L’equilibrio cambia a seconda del mercato, ma per noi è sempre stato un pilastro”.
Vi occupate anche di barche a vela?
“Sì, ma molto meno. Il nostro target è sopra i 40 metri e prevalentemente a motore. Abbiamo seguito però refit importanti come quello del Perini Luna, occupandoci delle antenne satellitari, della rete di bordo e dei sistemi di distribuzione. Abbiamo collaborato anche a quello del Perini Maltese Falcon. La nostra versatilità ci permette di lavorare anche su questi progetti speciali.”
Qual è la dimensione media delle barche su cui operate?
“Per i mega yacht partiamo dai 40 metri in su. Tuttavia, come raccontavo prima abbiamo anche un piccolo reparto dedicato al diporto, che utilizza come Garmin, i brand di Navico, Raymarine e seguiamo ancora alcuni pescherecci professionali, un settore oggi minacciato dai costi del gasolio e margini ridotti. I pescatori investono sempre più spesso in materiale usato, perché il nuovo è diventato troppo costoso rispetto ai ricavi”.
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