Assystew: “La professionalità degli stewardess va riconosciuta”
L’associazione fondata da Karina Svitlana Sushynska nasce per dare struttura, tutela e formazione a una categoria spesso senza riferimenti. Un progetto nato da esperienze concrete a bordo e cresciuto in pochi mesi con corsi, consulenze e una rete di professionisti

Assystew è nata nel 2025 da un bisogno reale: creare standard, supporto e riconoscimento per chi lavora negli interni degli yacht. Karina Svitlana Sushynska, presidente e fondatrice, racconta come l’associazione si è sviluppata, quali servizi offre e quali obiettivi ha nei prossimi anni.
Karina Svitlana Sushynska, come è nata l’idea di Assystew e quali sono stati i passaggi fondamentali per la costituzione dell’associazione?
“L’idea nasce da un bisogno vissuto a bordo. Dopo molti anni come chief stewardess avevo capito che nel reparto interni mancavano uniformità, preparazione e strumenti adeguati. Nei momenti in cui dovevo sostituire una collega non era la disponibilità delle persone a creare problemi, ma la mancanza di standard chiari. Intanto molte ragazze iniziavano a cercarmi per consigli, aiuto o indicazioni. Le difficoltà erano simili: poca considerazione, stress, competenze insufficienti e scarsa comunicazione con gli altri reparti.
Durante un evento ho incontrato Barbara Petri, anche lei chief stewardess, e abbiamo scoperto di condividere le stesse dinamiche. Poco dopo si è unita Elena Squaratti, psicologa marittima e autrice di un libro sul benessere degli equipaggi. Ci siamo riunite per capire cosa fare. L’inizio è stato semplice, una sera sedute nella mia cucina. Ho spiegato i passaggi necessari per creare una struttura ufficiale. Non volevo diventare presidente, ero appena partita con La Dani Yachting, ma Barbara ed Elena hanno insistito. Molte stewardess già mi cercavano per sostegno e orientamento. A quel punto ho pensato che fosse più utile farlo dentro una struttura seria. Ho accettato per senso di responsabilità verso una categoria che merita rappresentanza e competenza”.
Qual è la visione che avete per gli stewardess e come intendete migliorare la loro posizione a bordo
“La nostra visione è il riconoscimento reale della professionalità. Lo stewardess ha un ruolo centrale nella vita di bordo e servono standard condivisi che creino appartenenza e valorizzazione. Il miglioramento passa da una formazione mirata, da un metodo che unisca teoria e pratica e da un supporto continuo per orientare crescita e scelte professionali”.
Per quanto riguarda la formazione: quali tipi di corsi proponete, con quale frequenza e qual è il profilo ideale dei partecipanti?
“La formazione nasce dall’ascolto diretto dei professionisti. I corsi non sono standardizzati ma costruiti sulle esigenze raccolte durante le riunioni. Il partecipante ideale è chi vuole crescere e migliorare la qualità della vita a bordo. Concentriamo le attività tra ottobre e aprile, quando gli yacht sono fermi. Oltre ai corsi offriamo un network di sostegno composto da avvocati, medici, psicologi e specialisti del settore”.
Benessere finanziario e supporto della crew: come lo definite e quali strumenti avete messo in campo?
“Il benessere è un ecosistema che garantisce sicurezza personale, economica e familiare. Offriamo consulenze su assicurazioni, finanza personale, mutui e pianificazione del futuro. Affrontiamo anche il tema dell’equilibrio vita-lavoro e offriamo sostegno psicologico. Il primo evento dedicato al benessere finanziario si è tenuto a Viareggio il 4 novembre 2025 con un workshop di David Ciardelli. L’alta partecipazione ha confermato il bisogno di affrontare questi temi con strumenti pratici”.
La formazione e il supporto della crew sono anche un tema di cultura aziendale a bordo: quali resistenze incontrate e come le superate?
“Le resistenze arrivano soprattutto dai capi dipartimento, che spesso devono sviluppare competenze di gestione, comunicazione e autorevolezza. La strategia è diffondere una cultura collettiva che chiarisca responsabilità e standard. Lavoriamo per far capire che la leadership non è innata ma può essere imparata”.
Come fate networking tra gli stewardess e le aziende e quali eventi avete già realizzato o programmato?
“Il networking nasce da relazioni costruite nel tempo. Barbara ed Elena sono tuttora imbarcate, quindi manteniamo un contatto diretto con la vita reale di bordo. Collaboriamo anche con fornitori, broker e manager. Da novembre 2025 abbiamo avviato webinar e workshop: dalla gestione documentale con Maria Orlando ai corsi di contrattualistica marittima con gli avvocati Antonella Giuntoli e Giulio Palmerio. Il prossimo evento italiano sarà dedicato alla salute e alla prevenzione con il dottor Marco Biricotti. Entro fine 2025 presenteremo anche il corso Bridge to English tenuto da Kara Statham e un webinar sugli abusi a bordo con l’avvocato Antonio Bufalari”.
Guardando ai prossimi anni: quali ambiti volete espandere o migliorare?
“Vogliamo consolidare il riconoscimento professionale, sviluppare formazione avanzata e ampliare il supporto al benessere. Puntiamo a un’integrazione internazionale che renda il profilo dello stewardess riconosciuto anche all’estero”.
Come vede l’evoluzione del ruolo degli stewardess in un contesto di crescente regolamentazione e come vi preparate?
“La regolamentazione è un’occasione per migliorare. Oggi lo stewardess partecipa alla gestione documentale, alla sicurezza e alla compliance. Per questo offriamo formazione mirata, supporto legale e una cultura condivisa che interpreti le norme come strumenti di tutela”.
Per comandanti e manager: quale messaggio volete trasmettere sull’importanza di investire nel team interior?
“L’investimento nel team interior è strategico. Una crew serena riduce turnover e criticità. Formare i capi dipartimento significa renderli più autorevoli. Uno staff preparato su sicurezza e documentazione è un alleato per la compliance dello yacht. Offriamo corsi mirati e una rete di consulenti per migliorare la qualità del lavoro e rafforzare la cultura professionale”.
Quali sono le richieste più frequenti da parte degli stewardess e quali sono ancora da soddisfare?
“La richiesta principale riguarda i contratti: c’è confusione su bandiere, forme contrattuali e tutele. Offriamo assistenza legale per interpretare i documenti. Seguiamo anche il lavoro di Super Capitan Team e di Nando Macrì, impegnati sullo stesso fronte. Altre richieste riguardano supporto psicologico, formazione tecnica e orientamento. L’obiettivo è ridurre l’isolamento e offrire strumenti concreti per vivere la professione con più stabilità”.
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