Formenti (Confindustria Nautica) per i superyacht chiede un nuovo modello di export
Al Sailing Super Yacht Forum di Genova rilanciata la strategia della filiera: più incoming, più sistema Paese, più formazione e un Salone Nautico pensato come piattaforma globale dell’industria

Genova – L’apertura del Sailing Super Yacht Forum organizzato da SUPER YACHT 24 ha accolto una riflessione ampia di Piero Formenti sul ruolo della nautica italiana e sulle sue prossime sfide. Il presidente di Confindustria Nautica ha iniziato ricordando il valore dell’appuntamento: “Questo Forum arricchisce il dialogo e il confronto all’interno della nostra industria – dice Formenti – ed è un piacere aprirlo qui a Genova, uno dei cuori pulsanti della nautica internazionale e sede della nostra associazione”.
Da subito ha posto al centro il tema della leadership italiana, definendola un risultato che continua a consolidarsi. “L’Italia si conferma primo Paese esportatore al mondo nella costruzione di yacht e super yacht – afferma – grazie a un mix unico fatto di tecnologie avanzate, capacità progettuale, artigianalità, cultura del bello e legami con i territori”. Una combinazione che, secondo Formenti, spiega tanto la reputazione dei cantieri quanto il peso economico del settore. Non un comparto di nicchia, ma un traino. “L’alto di gamma non è una nicchia, è un motore di sviluppo vero, capace di generare occupazione qualificata, investimenti e competitività internazionale”.
Da qui il passaggio al futuro e alla necessità di attrezzarsi per mercati più complessi e concorrenza nuova. In questo quadro, Formenti ha insistito sul ruolo strategico del Salone Nautico internazionale di Genova. “Il Salone non è solo una fiera. È una piattaforma globale di dialogo e di business, un luogo dove imprese, istituzioni e buyer leggono insieme il futuro della nautica”. Per questo la scelta delle nuove date 2026, dal 1° al 6 ottobre, non è un dettaglio organizzativo ma parte di una strategia più ampia, per “rafforzare il Salone come Salone dell’industria, seguendo le esigenze di tutta la filiera”.
Il fronte delle relazioni internazionali si intreccia con il tema della visibilità globale. Formenti ha presentato come “storico” l’accordo che rende Confindustria Nautica partner strategico della Louis Vuitton America’s Cup 2027, in programma a Napoli. “Portare gli organizzatori dell’America’s Cup a Genova, incontrare le nostre aziende, creare un ponte diretto con la competizione velica più prestigiosa al mondo: tutto questo apre una prospettiva internazionale straordinaria per il settore”.
Formenti ha parlato anche di politiche per l’export, citando l’incontro con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e con ICE. “La nostra leadership mondiale e il rallentamento della locomotiva statunitense, anche per via dei dazi, impongono una riflessione seria sul nostro modello di export. Le collettive italiane all’estero restano utili, ma non bastano. Funzionano solo per alcuni comparti e per alcuni mercati. Per il resto serve un sostegno pubblico forte all’incoming di buyer esteri in Italia, legato alle fiere del made in Italy”. Per la nautica il motivo è evidente: “Le nostre imbarcazioni sono beni ingombranti e costosi da trasportare. Portare i buyer da noi è più efficace e più razionale”. Inoltre il contesto italiano permette di “vendere non solo il prodotto, ma il sistema Paese: industria, territori, accoglienza turistica. In pratica lo stile di vita italiano”, ha spiegato il presidente di Confindustria Nautica, indicando un vantaggio competitivo che altri Paesi non possono replicare.
Tra i temi caldi, anche quello delle riforme, definito essenziale per la competitività della bandiera italiana. Formenti ha ricordato il lavoro sul nuovo pacchetto di semplificazioni amministrative già avviato in Senato con il disegno di legge Valorizzazione Risorsa Mare, insieme alla revisione del regolamento di sicurezza per le navi da diporto. Ha citato anche le semplificazioni ottenute per il refitting, oggetto di un confronto continuo con Dogane e Agenzia delle Entrate.
Infine, la formazione. Un punto che Formenti ha voluto elevare a priorità, affidandolo a un vicepresidente con una delega dedicata: “È un tassello fondamentale per lo sviluppo della nostra industria”. Dopo la riforma sul decreto 121/2005, il lavoro si concentra ora sui fabbisogni delle imprese: “Abbiamo concluso la prima ricognizione qualitativa, ora stiamo completando quella quantitativa. L’obiettivo è avvicinare i giovani alle nostre professioni e costruire percorsi formativi adeguati, in particolare per la formazione triennale post medie”.
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