Franchini (Forte Yachts): “Qualità e logica costruttiva da superyacht per modelli sotto ai 24 metri”
Il co-fondatore del nuovo brand di West Navaltech racconta il nuovo 47 piedi di alluminio firmato da Paolo Giordano e Umberto Tagliavini che guarda al mondo delle grandi imbarcazioni

Forte Yachts nasce con l’obiettivo di trasferire nel settore dei 14-20 metri qualità, filosofia progettuale e costruttiva dei superyacht grazie all’esperienza maturata con il cantiere West Navaltech. Il debutto è affidato al Forte 47, yacht di alluminio disegnato da Paolo Giordano e Umberto Tagliavini che punta su volumi generosi e un pozzetto che arriva a 6 metri di larghezza grazie alle due terrazze laterali. SUPER YACHT 24 ne ha ha parlato con Livio Franchini, co-fondatore del brand (a destra nella foto e insieme al progettista Paolo Giordano – a sinistra -, il co-fondatore Fernando Moricca e Giacomo Lombardi, sales manager Usa).
Parliamo subito di Forte Yachts.
“È un brand di West Navaltech, società che ho fondato cinque anni fa insieme a Fernando Moricca. Con Forte Yachts progettiamo e costruiamo imbarcazioni in alluminio di fascia premium, con dimensioni al momento comprese tra i 14 e i 24 metri. La nostra missione è portare nelle barche di questa taglia la stessa attenzione al dettaglio, alla qualità costruttiva e alla personalizzazione tipica dei superyacht. Io sono ingegnere navale e ho lavorato per 15 anni nel comparto, sia come fornitore di carpenteria per superyacht sia su navi militari. Un’esperienza a 360°, maturata soprattutto nel cantiere Siman Group di La Spezia”.
Come nasce l’idea di mettersi in proprio e aprire un cantiere?
“Cinque anni fa, per ambizione personale, ho cambiato lavoro e ho iniziato come consulente, avevo in mente di aprire un cantiere. In quegli anni avevo incontrato di nuovo Fernando, che già conoscevo per lavoro, così ci siamo trovati e nel 2020, in pieno Covid, è nata West Navaltech, proprietaria del marchio Forte Yachts”.
In cosa è specializzata West Navaltech?
“È una realtà con tre aree di business: progettazione e costruzione di barche da lavoro fino a 24 metri; carpenteria e meccanica conto terzi. Lavoriamo con cantieri come Sanlorenzo, Baglietto e Benetti (tramite loro fornitori), e negli ultimi anni abbiamo costruito e montato circa cinquanta portelloni per superyacht. Li realizziamo in alluminio, li forniamo grezzi o li installiamo a bordo, come in alcuni 44Alloy di Sanlorenzo. Abbiamo anche costruito un rimorchiatore, dodici unità per i Vigili del Fuoco commissionate da un’azienda di Parma, quattro barche fluviali e recentemente un catamarano full electric di 14 metri in alluminio per una compagnia americana, destinato a operare in Arabia Saudita”.
E Forte Yachts nasce da questa esperienza?
“Sì, sapevamo che fare solo i terzisti non era sostenibile a lungo e il mercato navale è sinusoidale e in controtendenza con quello dello yachting. Abbiamo quindi deciso di creare la nostra barca, partendo da un entry level che avesse senso per noi: 14,30 metri di lunghezza per 4,50 di larghezza (che diventano 6 con le terrazze aperte). L’alluminio è già una nicchia in queste dimensioni, ma per noi è un materiale familiare e sicuro. Proprio l’esperienza con i portelloni ci ha spinto ad osare creandone uno con sei metri di apertura, una misura insolita per unità di queste dimensioni che è diventato il cuore dello yacht”.
A quale fascia di mercato guardate?
“A quella delle barche in alluminio, customizzabili, sicure e con attenzione al dettaglio. Vogliamo proporre una barca con la qualità e la logica costruttiva da superyacht, anche se in scala minore. Per questa ragione abbiamo coinvolto fornitori di alto livello, gli stessi che lavorano con Benetti e altri grandi cantieri”.
Dove producete?
“La nostra sede è ad Ameglia, La Spezia, dove abbiamo un’area coperta di 1.300 mq e un’area pavimentata di 1.800 mq. La capacità produttiva attuale è di cinque unità all’anno, più la carpenteria e i portelloni conto terzi. Possiamo costruire barche fino a 24 metri; per dimensioni maggiori ci sposteremmo a Massa”.
Riguardo alla gamma avete altri modelli in fase di sviluppo?
“Partiamo con il 47, che è in costruzione e sarà varato entro fine anno, dopo il Salone di Fort Lauderdale, dove saremo presenti con il nostro partner americano Genesis Yacht. Seguiranno un 58 e un 69 piedi”.
Quali sono i punti di forza del 47?
“Il design è seguito da Paolo Giordano mentre lo scafo è firmato da Umberto Tagliavini. Abbiamo chiesto una barca pensata per crociere brevi, che esprimesse convivialità e avesse una linea semplice, senza tempo. Il risultato è un 14 metri con tuga a tutta larghezza, senza passavanti: questa scelta ci ha permesso di ricavare spazi molto ampi a bordo. Anche con le due terrazze chiuse si ha una superficie vivibile di 4 metri”.
E sottocoperta come si sviluppa?
“Due cabine vere, entrambe a tutta altezza, con due bagni. Una rarità in questa categoria, dove spesso c’è solo una cabina armatoriale. Abbiamo voluto mantenere ampi margini di personalizzazione: dal layout alla scelta dei materiali, lasciamo all’armatore la possibilità di definire il proprio stile. Abbiamo inoltre due paratie stagne a prua e poppa”.
Quali versioni proponete?
“Gran Turismo, con tre fuoribordo Mercury da 600 cv e velocità oltre i 40 nodi e Lounge Deck, con motorizzazione Ips. Entrambe possono avere porte e finestrature a tutta altezza per chiudere lo spazio esterno”.
Le caratteristiche tecniche più rilevanti?
“La barca avrà stabilizzatore giroscopico Quick, generatori Kohler, passerella multifunzione Besenzoni, impianto elettrico realizzato da Enernautica, un’azienda che lavora anche con i superyacht, elettronica Garmin con due schermi touch da 22”. Vetri e la porta scorrevole d’ingresso e quella a prua sono di Parema mentre per il ponte abbiamo scelto Estech, teak sintetico di altissima qualità, ma l’armatore potrà optare anche per quello tradizionale. I due portelloni laterali sono nostri con meccanica Motomar”.
Perché il nome Forte?
“Lo abbiamo scelto perché suona bene anche in inglese e richiama il concetto di robustezza dell’alluminio. L’idea è nata a Forte dei Marmi, dove stavamo ragionando sul progetto. E ci piaceva anche il legame con un’icona italiana conosciuta nel mondo”.
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