Palermo Yacht Pier, primi attracchi e prime criticità da risolvere
Debutta al Molo Trapezoidale il nuovo pontile per la nautica di lusso ma il maxi yacht Roma apre la stagione con l’infrastruttura incompleta. La port authority spiega chi e perché ha responsabilità


Con l’arrivo del gigante yacht Roma, un 62 metri battente bandiera maltese, ha preso ufficialmente il via la stagione del turismo nautico di alta gamma a Palermo. È stato indatti il primo yacht a ormeggiare al Molo Trapezoidale, nella nuova area ribattezzata ‘Palermo Yacht Pier’. Ma, come scrive il giornali online PalermoToday, il debutto ha subito messo in evidenza i limiti dell’infrastruttura: la banchina, completata solo parzialmente due anni fa con un investimento pubblico di oltre 25 milioni di euro, non era ancora attrezzata per accogliere unità di questa stazza.
Mancavano bitte, corpi morti, colonnine di servizio. E soprattutto, la quota della banchina – a 2,5 metri sopra il livello del mare – è risultata troppo alta. Il rimedio? Una piattaforma galleggiante che porterà il piano di imbarco a un livello più adatto, abbattendo virtualmente l’altezza. L’intervento, affidato a uno dei pochi costruttori specializzati al mondo, costerà milioni di euro e sarà a carico del nuovo gestore, come previsto dal bando.
Nel frattempo, per l’estate 2025 saranno operativi nove ormeggi: otto per yacht fino a 60 metri e uno per unità fino a 100. Il pontile è gestito da un raggruppamento formato da Marina di Villa Igiea e Luise International Group, che si è aggiudicato la concessione decennale lo scorso anno. I due operatori stanno lavorando per completare le dotazioni tecniche e gli interventi strutturali richiesti, compresa la riqualificazione degli uffici affacciati sulla banchina.
Il piano a regime prevede 17 posti barca, di cui otto per yacht oltre i 50 metri. Il nuovo molo si inserisce nel progetto di rilancio del fronte mare del capoluogo siciliano, che comprende anche ristoranti, botteghe, un anfiteatro e una nuova passeggiata. Ma intanto, l’avvio è ancora a mezzo servizio.
Sulle cause e sulle responsabilità di questo avvio critico del Palermo Yacht Pier la locale Autorità di Sistema Portuale ha inviato a SUPER 24 una dettagliata nota che precisa ruoli e responsabilità:
“In merito alle notizie circolate circa una presunta incompletezza delle infrastrutture oggetto di concessione per la nautica da diporto al Palermo Marina Yachting, si ritiene opportuno fornire alcune precisazioni. Innanzitutto, è opportuno fare chiarezza sul ruolo e le competenze di un’Autorità di Sistema portuale, ribadendo la piena trasparenza del percorso seguito È utile ricordare che un ente pubblico come l’AdSP del Mare di Sicilia occidentale, realizza le infrastrutture di base, ponendo le fondamenta per lo sviluppo. In questo caso, l’Autorità ha già effettuato gli investimenti previsti, come la realizzazione della parte alta della banchina. Resta, però, a carico del soggetto privato – come stabilito dal bando di concessione – l’onere di completare gli interventi necessari per rendere l’infrastruttura agibile per l’accoglienza dei mega yacht. Non si tratta, dunque, di una carenza progettuale o, peggio, di negligenza, ma di un preciso modello di cofinanziamento pubblico-privato, che prevede investimenti significativi anche da parte del concessionario. È un principio fondamentale: quando il pubblico investe, deve ottenere un ritorno in termini di sviluppo e servizi. E quando un privato ottiene in concessione un bene pubblico, deve essere pronto a investirvi, migliorandone funzionalità e valore. Diversamente, si tratterebbe di imprenditoria privata con fondi pubblici: una distorsione inaccettabile, che non appartiene alla nostra visione di sviluppo. Questo è sempre stato – e continuerà ad essere – il nostro modello: un modello vincente, basato sulla compartecipazione tra pubblico e privato.
Nel dettaglio, l’area in questione è stata oggetto di significativi interventi infrastrutturali, alcuni dei quali già completati e altri previsti a cura del concessionario, come da bando pubblico.”
La port authority prosegue ancora dicendo:
“In particolare:
1) Corpi morti: l’Autorità, pur non essendo tenuta a farlo, ha realizzato quattro corpi morti per consentire l’avvio della stagione estiva lo scorso anno, in attesa dell’individuazione del soggetto aggiudicatario. Il completamento fino a otto corpi morti, come previsto in planimetria, è a cura del concessionario.
2) Bitte e ormeggi: risultano installate e operative nove bitte, come evidenziato anche da rilievi fotografici. L’ormeggio tramite corpi morti era prescritto dal bando stesso.
3) Colonnine per energia e acqua: sono già presenti da tempo sul posto e funzionanti. L’attivazione resta, come da prassi, a carico del concessionario tramite richiesta diretta (e pagamento) al fornitore, esattamente come avviene per una normale utenza domestica.
4) Banchina: il tratto oggetto di concessione rispetta le quote standard portuali (2,60 m), poiché originariamente concepita per il traffico commerciale. La necessità di abbassamento per la fruizione diportistica era già nota ed era stata proposta dall’AdSP una soluzione progettuale ad hoc, successivamente sostituita dal concessionario con una diversa modalità ritenuta tecnicamente equivalente (pontile galleggiante mobile). Tale modifica è stata accettata dall’Autorità.
5) Progetto: tutte le opere da completare erano dettagliatamente individuate nella documentazione di gara, comprese le prescrizioni per le strutture a mare (catene, corpi morti, etc.). La concessione è stata strutturata proprio con l’obiettivo di trasferire i costi accessori sul privato, come accade in numerose altre esperienze analoghe, ottimizzando l’uso delle risorse pubbliche.”
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