Dopo le nozze di Bezos, Venezia Port Community vuole i megayacht
Appello del presidente Calderan affinchè il comparto possa tornare ai livelli dei primi anni Duemila quando in laguna arrivavano anche 230 navi da diporto ogni anno

Adesso che i riflettori sull’arrivo di Jeff Bezos a Venezia si sono spenti e che il suo soggiorno in laguna ha portato alla luce un tipo di mercato che a Venezia potrebbe avere sviluppi interessanti, Venezia Port Communty vuole che la laguna diventi un hub per i megayacht.
“Dopo il ridimensionamento delle grandi navi, il porto ha subito un contraccolpo evidente, ma, con investimenti e grande capacità da parte delle professionalità presenti, stiamo riuscendo con non poca difficoltà a continuare a essere presenti in questo settore di mercato. L’arrivo del magnate ha portato con sé una nuova prospettiva lavorativa, cioè quella dei megayacht. È un tipo di mercato da esplorare e tenere in grande considerazione, perché può favorire un grande indotto. Si pensi a rimessaggio, riparazioni, rifornimenti, solo per citare alcune variabili. Negli ultimi anni ci siamo assestati su circa 150-160 yacht all’anno, mentre nei primi anni duemila si era arrivati anche a 230″ spiega Davide Calderan, presidente di Venice Port Community.
Il presidente poi aggiunge: “Abbiamo visto che lo spazio in città c’è, non disturbano, perché certamente non sono masse che infastidiscono i residenti, anzi, si muovono in maniera discreta, e contribuiscono a generare ricchezza in città. Per anni ad esempio il Carinthia VII è stato ormeggiato a Santa Marta, non si può certo dire che l’armatore abbia infastidito la città. Ecco, prendiamo spunto da qui per cercare di valorizzare questo comparto, magari trovando spazi idonei e facilmente raggiungibili anche dalla terraferma per far sì che le maestranze del territorio possano esser messe a disposizione di queste realtà. È un mercato sviluppato in Croazia, ma riteniamo che il richiamo di Venezia possa essere un grande traino. Si pensi a chi opera sugli impianti, sui tessuti, sulla manutenzione, ma anche i rifornimenti, sia di carburante che di alimenti, per non parlare poi dei servizi, taxi, catering, hotel, ristoranti. Nicchie di lusso che non si fanno sentire in città, ma che generano ricchezza”.
Le grandi navi da diporto non sostituiscono le ambizioni di tornare a crescere nei traffici delle crociere e in generale nel settore mercantile. “Restano fermi tutti i progetti del porto, manutenzione dei canali con i dragaggi che ripristinino il livello previsto dei fondali, e la realizzazione delle nuove banchine. Questa attività aggiuntiva potrebbe garantire l’accesso ad alcune navi di lusso e di minori dimensioni, che consentano di garantire nuovi posti di lavoro e un miglior utilizzo delle aree portuali” precisa infatti il presidente.
Questo infine l’appello di Calderan: “A tutte le forze politiche e dell’Ordine del territorio, dalla Regione Veneto alla neonata Autorità per la laguna, ma anche a prefettura e questura, chiedo perché non avviare un tavolo di confronto al fine di sostenere queste attività, in maniera da comprendere a fondo quali siano le opportunità di questo mercato e come sostenerlo? Parte da qui la vera alternativa alla monocultura del turismo di massa, cercando opzioni diverse che valorizzino il saper fare artigiano veneziano”.
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