La spinta innovativa di Valdettaro Group passa dalla cantieristica all’ospitalità
Il direttore operativo Alessio Donno evidenzia come molti yacht storici migrino verso Spagna e Francia del sud per interventi di refit. Una strategia per rivitalizzarne il mercato potrebbe essere quella di considerare queste imbarcazioni come patrimonio culturale e incentivare gli armatori a riacquistarle o a mantenerle in Italia attraverso una fiscalità agevolata

Valdettaro Group è specializzato nella manutenzione e nel refitting di yacht e superyacht, sia a motore sia a vela con una lunga tradizione anche nelle barche d’epoca di legno. La sua sede storica è a Le Grazie, nel comune di Portovenere ma opera anche a La Spezia con il Cantiere Canaletti che dispone delle strutture Darsena Pagliari e Rimessaggio Melara e in Sardegna, a Cala Saccaia, con un’area che si estende su 60.000 mq con 200 metri di banchina. Oltre ai cantieri, Valdettaro Group è proprietario della Marina del Fezzano, porto turistico nel Golfo dei Poeti con 250 posti barca per imbarcazioni fino a 28 metri. SUPER YACHT 24 ha visitato la sede di Le Grazie incontrando il direttore operativo, Alessio Donno.
Quali sono le tappe più importanti che hanno segnato l’evoluzione fino ad oggi?
“Il nostro cantiere ha radici lontane, precisamente nel 1917 e nel tempo si è trasformato attraverso diverse gestioni, da cooperativa a consorzio, fino all’acquisizione da parte della famiglia Vanelo nel 1996. Abbiamo sempre avuto una forte vocazione per le imbarcazioni d’epoca, ma le evoluzioni del mercato ci hanno portato a offrire servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria, refitting e interventi specifici su diverse tipologie di imbarcazioni e a lavorare per yacht moderni e collaborare con cantieri della zona, diventando service point per gruppi importanti come Ferretti, Baglietto, Tankoa, Persico, Maxi Dolphin, Princess, Rizzardi, Azimut, Nerea Yacht. I cantieri di produzione, non avendo spazio sufficiente, si affidano a noi per servizi legati a lavori di garanzia e logistica. Oggi, con sedi nel Golfo di La Spezia e Olbia, siamo in grado di offrire servizi per imbarcazioni dai 10 ai 60 metri anche a vela di grandi dimensioni grazie al pescaggio importante”.
Marina del Fezzano e About Italy Holiday sono parte del vostro gruppo. Come si integrano con l’attività cantieristica?
“Marina del Fezzano e About Italy Holiday rappresentano la nostra offerta nel settore dell’ospitalità e dei servizi turistici. La Marina offre posti barca, yacht club, palestra e ristorante, mentre About Italy Holiday propone appartamenti turistici tra Fezzano e Portovenere: questi servizi sono pensati per offrire ai nostri clienti un’esperienza completa, permettendo loro di vivere il territorio e godere di comfort al di fuori del contesto lavorativo del cantiere”.
Quali sono gli investimenti futuri e come influenzeranno i vostri clienti?
“Stiamo puntando molto sul potenziamento dell’attrattività ricettivo-turistica integrata con la cantieristica. Vogliamo creare un ambiente in cui chi lavora nei nostri cantieri possa vivere un’esperienza piacevole”.
Quali sono le sfide del mercato attuale e come state lavorando per superarle?
“Una delle sfide principali è la concorrenza di altri paesi, come la Spagna, che offrono condizioni più favorevoli per il settore del refitting. Per superare questa sfida, stiamo lavorando su diversi fronti: investendo in infrastrutture e servizi di alta qualità, creando un’offerta integrata che combina cantieristica e ospitalità, sviluppando collaborazioni con partner strategici e promuovendo il nostro territorio come destinazione attrattiva per la nautica e gli equipaggi”.
Come vede il futuro del mercato del refit in Italia?
“Il mercato del refitting ha avuto una crescita significativa negli ultimi anni grazie anche al boom che la nautica ha vissuto post pandemia. Credo che sia fondamentale che le istituzioni e le amministrazioni riconoscano il potenziale di questo settore come traino per l’economia del paese, investendo in infrastrutture, servizi e semplificazioni burocratiche che ancora oggi sono un limite allo sviluppo del settore”.
Collaborate con diverse università e istituti di ricerca. Quali sono gli obiettivi?
“Le collaborazioni con le università, in particolare con il polo Marconi di Spezia e la sede distaccata dell’Università di Cagliari, sono fondamentali per noi. Ci permettono infatti di formare nuovi talenti nel settore nautico, offrendo opportunità di lavoro e percorsi di crescita professionale”.
Qual è il segreto per un buon refitting?
“A mio parere, gli ingredienti fondamentali sono una buona pianificazione del lavoro, il rispetto dei tempi concordati, l’alta qualità delle lavorazioni e la chiarezza nella comunicazione con l’armatore. È importante essere onesti sulle possibilità e sui limiti di un progetto, per evitare sorprese e raggiungere l’obiettivo finale”.
Tra le barche viste in cantiere c’è un vecchio Diano 25, che lavori state programmando?
“È una barca in legno tenuta in buone condizioni e refittata di recente. L’armatore vuole installare delle pinne stabilizzatrici Cmc Marine che richiedono uno spunto importante in termini di kilowatt. Stiamo quindi effettuando uno studio per capire il giusto bilanciamento energetico e sostituiremo i generatori esistenti con due modelli nuovi per supportare le pinne”.
Il restauro di imbarcazioni d’epoca rimane una parte importante della vostra attività?
“Sì, abbiamo ancora oggi una forte passione per le ‘vecchie signore del mare’. Attualmente stiamo lavorando su Freia, un’imbarcazione d’epoca progettato da Carlo Sciarelli che abbiamo riportato a legno, effettuando interventi di sverzatura e riverniciatura a mano. Collaboriamo anche con la Marina Militare e l’Accademia di Livorno per il restauro di imbarcazioni storiche, come il Corsaro II e Capricia. Purtroppo molte migrano verso la Francia del sud: considerare queste imbarcazioni come patrimonio culturale e incentivare gli armatori a riacquistarle o a mantenerle in Italia attraverso una fiscalità agevolata essendo un patrimonio culturale del paese, potrebbe essere una strategia per rivitalizzarne il mercato. L’alta tassazione e la fiscalità gravante su questi beni considerati di lusso sono un disincentivo e spingono gli armatori a preferire barche in vetroresina e con bandiere di comodo, in paesi con fiscalità privilegiata.
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