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Per Cantiere Rossini “il mercato non è mai andato così bene”

Per il direttore del cantiere le barche arrivano per il refit più tardi e questo riduce il tempo di permanenza aumentando l’intensità dell’attività. Rimane la criticità della scarsa disponibilità di ormeggi per grandi yacht in Adriatico 

di Alberto Mariotti
25 Maggio 2025
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Cantiere Rossini

Situato a Pesaro, in Adriatico, Cantiere Rossini è un polo d’eccellenza per il refitting e la manutenzione. La struttura dispone di impianti all’avanguardia, tra cui due capannoni di verniciatura in grado di ospitare imbarcazioni fino a 52 metri. Il cantiere offre un’ampia gamma di servizi, dalla manutenzione ordinaria al refitting completo, con competenze che spaziano dalla verniciatura alla carpenteria, dalla meccanica fino all’installazione di impianti tecnologici di ultima generazione. La vicinanza ai distretti marchigiani di Fano e Ancona unita a infrastrutture moderne e a uno staff altamente qualificato, rende il cantiere una delle destinazioni di riferimento la zona adriatica. SUPER YACHT 24 ha intervistato Alfonso Postorino, direttore del cantiere.

Come sta andando il mercato per Cantiere Rossini?

“Il nostro business è in linea con gli anni passati ma ultimamente ho notato un ritardo sempre maggiore nel portare la barca in cantiere, credo che gli armatori stiano cambiando abitudini e anno dopo anno allungano sempre di più la stagione. Barche che prima arrivavano a ottobre, adesso le vediamo a dicembre e qualcuna anche a gennaio/febbraio. Quindi si riduce il tempo di permanenza in cantiere e aumenta l’intensità dell’attività, perché la lista dei lavori rimane la stessa ma va fatta in un arco temporale limitato”.

E in generale?

“Il mercato non è mai andato così bene. Una situazione che mi spiego con la lunga lista d’attesa per le nuove costruzioni e il desiderio degli armatori di avere comunque una barca tenuta in perfette condizioni, anche dopo l’acquisto dell’usato per adattarla alle proprie esigenze”.

Quali sono le maggiori criticità in Italia?

“Senza dubbio mancano ormeggi per grandi yacht. Le imbarcazioni dai 40 metri in su tendono a stazionare altrove per mancanza di ormeggi in Italia. Gran parte della flotta si ritrova nel sud della Francia, alle Baleari o comunque in Spagna intorno all’area di Barcellona. In Italia, con l’unica eccezione di Genova e alcune aree tra Liguria e Toscana, non esiste un bacino al quale i cantieri di refitting possano attingere agevolmente. E non parliamo dell’Adriatico, nella zona di Ancona e Fano si producono tanti yacht che inseguito non vediamo più, non tornano neanche per i lavori di garanzia perché non hanno un posto dove sostare. È un problema la cui soluzione richiede tempo e investimenti, ma bisogna fare qualcosa perché penalizza i nostri cantieri”.

Su quanto spazio e quali strutture potete contare?

“Cantiere Rossini occupa una superficie di 15.000 mq su cui insistono due capannoni di 1.500 mq ognuno, quindi un totale di 3.000 mq coperti. I capannoni sono stati progettati avendo in mente le attività di ripitturazione e si distinguono per la larghezza, che permette di entrare con il travel lift, e l’altezza, che permette invece di entrare con un 50 metri senza smontare l’alberino delle antenne. I capannoni sono attrezzati con un impianto fisso di riscaldamento a pompa di calore, non bruciamo combustibili fossili ma utilizziamo solo elettricità da fonti rinnovabili certificate. Per di più la nostra pompa di calore utilizza l’energia geotermica dell’acqua di mare per ridurre i consumi permettendo così notevoli risparmi nei costi del riscaldamento durante la fase di pitturazione, che solitamente si fa d’inverno. Hanno inoltre impianti fissi di estrazione separati per polveri e solventi”.

Sono previsti investimenti futuri?

“Il cantiere è ancora ancora molto giovane, il primo yacht è stato messo a terra nel 2108 e tutte le attrezzature sono praticamente nuove. A breve potremmo decidere di avere un travel lift di taglia superiore e passare dalle attuali 560 tonnellate a 700/800 tonnellate”.

Adesso quali dimensioni riuscite a gestire?

“In acqua fino a 55/56 metri, a terra dipende dal peso dello yacht naturalmente, ma 560 tonnellate corrispondono più o meno a 50/52 metri”.

A quali yacht state lavorando?

“Abbiamo sempre un discreto numero di yacht Ferretti, Custom Line, Pershing che fanno lavori di garanzia grazie agli ottimi rapporti che abbiamo con il Gruppo Ferretti e alla vicinanza del nostro cantiere alle aree produttive del gruppo, in particolar a quelle di Fano e Ancona”.

In cantiere è anche passato il nuovo wallyrocket 51 a vela.

Sì, è una collaborazione avviata l’anno scorso: abbiamo dato supporto logistico a tutte le operazioni di installazione della chiglia, alberatura, varo e messa a punto della barca. Il prototipo è rimasto in cantiere alcuni mesi e abbiamo ospitato l’equipaggio regatante del primo armatore”.

Tra i vostri clienti ci sono spesso armatori di barche a vela? 

“Siamo concentrati soprattutto sul motore, una dinamica che riflette la composizione della flotta navigante, soprattutto quando si sale oltre una certa taglia. Ma c’è anche il vincolo dei fondali limitati del porto di Pesaro che non consentono il passaggio di imbarcazioni a vela oltre i 30 metri per motivi di pescaggio”.

Quali sono gli elementi più importanti per un refit di successo?

“La pianificazione. L’attività di refit dovrebbe essere sempre preceduta da una fase di studio a tavolino di tutte le parti coinvolte per pianificare quanto più possibile le attività che devono essere svolte per disporre di tutto ciò che servirà in termini di manodopera e materiali nel momento esatto in cui servirà. Troppo spesso ci troviamo davanti a pianificazioni lacunose, se non mancanti, che costringono il cantiere a rincorrere e a correre per rispettare le tempistiche”.

In queste dinamiche c’è differenza tra yacht di dimensioni diverse?

“La situazione è migliore quando le barche sono gestite delle società di management: la pianificazione è uno dei loro compiti. Nella ‘nostra’ taglia invece, che va dai dai 30 ai 50 metri, le imbarcazioni sono spesso gestite direttamente dal comandante, che in estate è impegnato con l’armatore e i suoi ospiti e ha poco tempo da dedicare all’attività di pianificazione”.

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