Vitelli: “Azimut Benetti non teme i dazi Usa per i superyacht”
Nel corso di un forum del Financial Times a Barcellona espressa semmai preoccupazione per l’incidenza delle dispute globali sugli affari

Azimut Benetti non teme un impatto diretto sulle vendite dei superyacht, nonostante le crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa. Lo ha dichiarato la presidente e azionista di controllo dell’azienda, Giovanna Vitelli, intervenendo al forum “Business of Luxury” del Financial Times a Barcellona.
Vitelli ha spiegato che le imbarcazioni di lusso superiori ai 24 metri, che rappresentano i due terzi del fatturato del gruppo, proteggono l’azienda dai dazi americani poiché la prassi consolidata tra gli armatori statunitensi è quella di immatricolare questi grandi yacht con bandiera straniera, escludendoli di fatto dalla categoria delle importazioni soggette a tassazione.
La presidente ha invece mostrato una certa preoccupazione per le ripercussioni sugli affari per le dispute commerciali globali. Al momento Azimut Benetti non ha registrato un calo nella fiducia dei consumatori a causa dei dazi imposti da Washington su acciaio, alluminio e automobili (a parte il dazio base del 10% per l’Italia), ma Vitelli ritiene che un’escalation delle tensioni, con l’introduzione di ulteriori dazi “reciproci”, che per l’Ue potrebbero raggiungere il 20%, potrebbe in futuro rappresentare un elemento di instabilità.
Per quanto riguarda le imbarcazioni più piccole, la presidente è fiduciosa che i clienti non avranno problemi nel pagare un prezzo maggiore pur di assicurarsi un marchio prestigioso come Azimut Benetti, e nello stesso tempo ha escluso categoricamente l’ipotesi di delocalizzare la produzione negli Stati Uniti per aggirare i dazi, in ragione del fatto che, a suo parere, il paese non rappresenta un polo manifatturiero di alta gamma nel settore nautico.
Giovanna Vitelli nell’occasione ha informato che il Gruppo Azimut Benetti gode di una solida situazione finanziaria, avendo registrato ricavi per 1,3 miliardi di euro nell’esercizio chiuso ad agosto 2024, dovuti al boom del lusso post-pandemia, ed ha sostenuto che la struttura familiare dell’azienda, con l’ingresso nel 2023 del fondo sovrano saudita Pif con una quota del 33%, rappresenti un elemento di forza, perché in grado di facilitare decisioni rapide e strategiche. Per questo, al momento, la presidente ha detto di non essere interessata a una quotazione in Borsa – pur non escludendola a priori per il futuro al fine di garantire la continuità aziendale nel caso che i suoi figli non fossero interessati a proseguire l’attività di famiglia – ed ha anche affermato che, nonostante le numerose offerte ricevute per la vendita dell’azienda, sarà la prossima generazione a decidere il futuro assetto proprietario di Azimut Benetti.
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