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Yacht

Bayesian: nuovi elementi irrompono nell’inchiesta

Le dichiarazioni del perito Carbone sollevano interrogativi sull’integrità della “scena criminis” e sulle dinamiche internazionali che potrebbero essere alla base dell’incidente del veliero

di REDAZIONE SUPER YACHT 24
20 Maggio 2025
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Bayesian

Le ultime vicende del Bayesian, lo yacht a vela affondato la scorsa estate a Porticello (Palermo), riguardano non solo le operazioni di recupero che sono in corso con la piattaforma galleggiante Hebo Lift 2, ma anche rivelazioni di notevole rilievo. Mentre sono tornate in superficie alcune parti del relitto, – la vela principale, la catena, l’ancora e il boma – quest’ultimo recuperato in seguito all’inchiesta sulla tragica morte del sub, come riporta Adnkronos, l’attenzione si è spostata sulle dichiarazioni – seppure al momento prive di riscontri ufficiali – del criminologo e perito forense Federico Carbone, che, ospite ieri sera della trasmissione “Quarta Repubblica” ha detto di aver avuto “confidenze da fonti vicine alle indagini, che parlano di presenza di militari non italiani”, che egli stesso ha ipotizzato essere “i servizi segreti inglesi (MI6), sul luogo del naufragio prima ancora dell’arrivo dei nostri militari sub specializzati Comsubin”.

Secondo Carbone, questi militari stranieri sarebbero giunti entro 24 ore dal naufragio, con l’obiettivo di recuperare “dati estremamente importanti” relativi all’attività di Mike Lynch e della sua azienda di cyber sicurezza, Darktrace. Questi dati, per la loro importanza, sono stati paragonati dal criminologo allo scandalo WikiLeaks di Julian Assange e avrebbero a che fare con il “controllo che Lynch deteneva su gran parte dei servizi segreti internazionali, inclusi quelli israeliani, l’MI6 e la Cia, che peraltro sedevano nel consiglio di amministrazione di Darktrace”.

Carbone ha poi sottolineato che la presenza di questi militari stranieri “può aver alterato la “scena criminis”. Se confermate, queste intrusioni avvenute prima delle indagini potrebbero aver compromesso irrimediabilmente la raccolta di prove fondamentali per una ricostruzione corretta degli eventi, rendendo estremamente difficile per la Procura di Termini Imerese, che Carbone “ha motivo di ritenere sia al corrente di tutto ciò”, arrivare alla verità.

Il criminologo Carbone ha inoltre concluso sostenendo che l’area di Porticello, da lui studiata per altri casi, “è sempre stata luogo di interscambio storico tra servizi segreti e Cosa Nostra, un’area quindi “conosciutissima” dalle intelligence internazionali”.  Se le prove dovessero avvalorare queste dichiarazioni, la tragedia del Bayesian potrebbe dunque non essere un incidente, ma un evento intrecciato con dinamiche internazionali e interessi di sicurezza cibernetica di grande portata.

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