Sospese temporaneamente le operazioni di recupero del Bayesian
La pausa darà modo alla Procura di completare approfondite indagini sulla tragica morte del sub. Emersa intanto un’altra ipotesi sulle cause dell’affondamento del veliero

Sono state temporaneamente sospese le operazioni di recupero del Bayesian a seguito del tragico incidente che ha causato la morte del sub Robcornelis Maria Huijben Uiben, 39enne olandese, mentre era impegnato, a 50 metri di profondità insieme ad altri colleghi sommozzatori, nel taglio del boma, in vista del taglio dell’albero alto 72,27 metri. Il sub – riporta Adnkronos – sarebbe stato colpito da un pezzo di metallo partito dal boma durante il taglio, con l’uso di un cannello. Sembra che ci sia stata una piccola esplosione che avrebbe provocato l’incidente. Sul corpo del sub verrà eseguita l’autopsia.
La sospensione delle attività della società Tmc Marine, che si occupa del recupero del Bayesian, è stata decisa dal pm di Termini Imerese Raffaele Cammarano, che coordina anche le indagini volte a capire le cause dell’affondamento dello yacht avvenuto nell’agosto scorso causando la morte di sette persone.
La Procura ha aperto un’inchiesta sulla morte del sub ed ha quindi disposto il sequestro dell’area. Il sommozzatore era esperto e specializzato oltre che molto apprezzato da tutti i soggetti coinvolti nel progetto, come ha informato Marcus Cave, responsabile dell’Architettura Navale e Direttore di Tmc Marine, aggiungendo: “Questa pausa nelle operazioni consentirà di completare le indagini approfondite su questo tragico incidente. Ci aiuterà anche a elaborare il lutto e a riorganizzarci”.
Nel frattempo, dopo le diverse ipotesi elaborate nel tempo sulle cause dell’affondamento del veliero dell’imprenditore britannico Mike Lynch, che insieme ad altre sei persone ha perso la vita nell’incidente, se ne è aggiunta una nuova che poggerebbe su alcuni elementi emersi dall’indagine in corso e, in particolare, su un vetro interno crepato, quello della finestra antisfondamento che separa la sala macchine dalla control room, che sarebbe visibile in un video girato dai sub.
Questo vetro, come spiega il corriere.it, oltre a essere crepato a ragnatela, ma non rotto, è bombato verso la control room. Un dettaglio che, per un occhio esperto, ha rilievo. Si ritiene che – se il vetro non è stato colpito da un oggetto – eventualità ritenuta remota anche perché non è stato trovato nulla del genere – l’acqua deve aver invaso la sala macchine e, almeno all’inizio, non la control room.
La finestra piegata verso la control room farebbe infatti pensare che l’acqua sia entrata prima nella sala macchine e abbia spinto forte verso la control room. La porta tra sala macchine e control room era chiusa, quindi si cerca un’altra entrata aperta o un danno interno che possa aver fatto entrare l’acqua così velocemente. Il lato destro, ancora nascosto della barca, che sarà visibile quando sarà riportato a galla il veliero, quindi dal 25 maggio in poi, potrebbe dare la risposta.
Non si placa intanto la battaglia legale per individuare le responsabilità dell’affondamento: secondo l’avvocato Mario Bellavista, difensore dei familiari del cuoco di bordo Recaldo Thomas, unico componente dell’equipaggio che perse la vita nell’incidente, insieme a Mike Linch, Hannah Lynch, Jonathan e Judy Bloomer, Chris e Neda Morvillo: “saranno confermate le ipotesi dei magistrati, tutt’altro che complottiste”. E da parte dell’avvocato Giovanni Rizzuti che difende il comandante Cutfield, la netta dichiarazione: “gli accertamenti dimostreranno l’assoluta estraneità del comandante e degli altri membri».
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