Dissalatori Schenker Zen Twin, dedicati ai superyacht
Grazie alla loro ridondanza e alle dimensioni compatte sono macchine perfette per i superyacht. Sono composti da due moduli da 100 o 150 lt/ora ciascuno
Con un fatturato di circa 7 milioni di euro e una produzione di 1.100 pezzi l’anno, Schenker Watermakers è una delle aziende leader al mondo nella progettazione e costruzione di dissalatori a recupero di energia. Al Salone di Genova abbiamo incontrato il suo fondatore, l’ing. Riccardo Verde, che ha raccontato a SUPER YACHT 24 le novità in arrivo e perché il modello Zen Twin è particolarmente adatto ai superyacht.
“I dissaltori Zen Twin sono macchine che nascono proprio per barche dalle dimensioni importanti e il loro punto di forza è la ridondanza. Il sistema è infatti basato su due unità indipendenti, controllate da unico pannello che ne facilita la gestione per attivare una sola sezione o entrambe, è anche possibile prevedere un’alimentazione diversa, ad esempio una parte a 24V e l’altra a 230. Queste caratteristiche rendono i Twin apprezzati dai superyacht, che oltre alla ridondanza richiedono anche grandi capacità di produzione. Dai 200 litri/ora siamo passati alla versione da 300 litri/ora che abbiamo montato, in doppia unità, sul nuovo catamarano di Rossinavi, quindi due macchine doppie ognuna con due moduli da 150 litri/ora ciascuno”.
Come funziona il sistema di recupero dell’energia?
“I nostri dissalatori utilizzano un dispositivo brevettato, l’Energy recovery system: in alternativa alle pompe ad alta pressione utilizzate per il funzionamento dei dissalatori tradizionali, questo sistema amplifica la pressione di una normale pompa a bassa pressione, installata a monte del congegno, e recupera integralmente l’energia idraulica di ritorno dalle membrane ad osmosi inversa. Questa tipologia di pompa possiede anche il vantaggio di rendere il funzionamento del dissalatore silenzioso con assenza totale di vibrazioni. I Twin, ad esempio, assorbono 4 Wh per litro contro i 15/20 di una macchia tradizionale, un tema molto sentito sulle nuove barche elettriche che devono controllare con attenzione i consumi di energia”.
A proposito, quanta ne permettono di risparmiare?
Il sistema permette un rendimento energetico molto elevato. È stato verificato che il consumo elettrico è inferiore, rispetto ai dissalatori tradizionali, di una percentuale che può arrivare fino all’80 per cento. Tenendo in considerazione che il consumo elettrico medio di un dissalatore Schenker è di soli 4 Watt per ogni litro di acqua dolce prodotta, per ottenere ad esempio 60 litri/ora di acqua dolce sono sufficienti solo 240 Watt di energia elettrica. La normale ricarica del motore è quindi sufficiente a reintegrare l’energia consumata escludendo la necessità di ricorrere all’aiuto del gruppo elettrogeno. È quindi possibile montare il dissalatore a bordo in modo che venga alimentato direttamente dalle batterie anche in assenza del generatore. Ma c’è anche un altro prodotto sui cui puntiamo, ed è il dissalatore portatile Wiki”.
Quali sono i suoi punti di forza?
“Il fatto di poterlo mettere in una borsa e usarlo senza installazione producendo 30 litri/ora di acqua. Può essere messo in funzione in pochi minuti collegando i tubi dalla superficie del mare al serbatoio attraverso raccordi ad innesto rapido. Viene alimentato a 12V e consuma 110 watt. È una tipica applicazione per chi non vuole o non può montare il dissalatore, chi arriva all’ultimo istante e non ha tempo, chi vuole vendere la barca dopo la stagione o chi fa regate e vuole togliere peso, o le flotte charter, che affittano l’accessorio solo a chi lo richiede senza doverlo installare su tutti i modelli. È un prodotto di successo ed è l’unico sul mercato di questa taglia, in meno di un anno ne abbiamo già venduti un centinaio”.
Altre novità in arrivo?
“Abbiamo qualcosa nella fascia alta, macchine tipo lo Zen ma con forme diverse per adattarsi sempre meglio agli spazi, un tema che è diventato fondamentale anche nelle barche grandi, che sfruttano talmente tanto i volumi interni che quelli dedicati alle apparecchiature sono più limitati”.
Come è andato il mercato?
“Fino ad agosto ho visto un incremento rispetto allo scorso anno, adesso noto un lieve momento riflessivo, contiamo comunque di chiudere il 2024 come il 2023 o addirittura meglio, sono soddisfatto”.
Quali sono le aree più importanti per voi?
“L’Europa funziona sempre molto bene, soprattutto quella del Nord, quindi il mercato inglese, tedesco, norvegese, danese e svedese. Stiamo entrando molto bene negli Stati Uniti, una zona fondamentale che comprende anche tutti Caraibi e che serviamo con due distributori dislocati nelle due coste che producono risultati affidabili. Infine lavoriamo bene anche in parte dell’Asia, altra zona strategica”.
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