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“Nè il cantiere nè il comandante hanno colpe”: ciò che è accaduto al Bayesian secondo l’esperto Nencioni

Secondo la ricostruzione la catena dell’ancora sarebbe rimasta impigliata nelle assi delle eliche e questo movimento avrebbe provocato una grossa falla in sala macchine

di REDAZIONE SUPER YACHT 24
22 Agosto 2024
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Fra le molte ipotesi sul come e perché il superyacht Bayesian sia affondato ne è emersa una che ci appare diversa da quelle circolate finora. A formularla è stato Roberto Nencioni, ex comandante di yacht e naval surveyor attivo nella sua società Nencioni Servizi Nautici, che ha accettato di parlarne più diffusamente con SUPER YACHT 24.

“E’ un incidente unico nel suo genere, per le peculiarità dell’imbarcazione coinvolta e per la sua tragicità, date le vite umane che si sono perse” premette Nencioni, “tutti noi del settore siamo stati molto colpiti umanamente, ma nello stesso tempo cerchiamo di capire e comprendere bene le dinamiche di quello che è successo per mettere a frutto questa conoscenza ed evitare che situazioni del genere possano ripetersi. Sottolineo però che prima di tutto c’è il rispetto per le vite umane e per le indagini in corso”.

Lo scenario che Roberto Nencioni ha tratteggiato, sulla base di informazioni ed elementi raccolti da suoi contatti con personale coinvolto nell’incidente, è – evidenzia – “limitato a un mio parere personale” e parte dai due presupposti: che la barca, data l’eccellenza del cantiere, sia totalmente estranea a eventuali difetti di costruzione e che il comandante, da lui conosciuto e famoso fra i colleghi e nel settore per la sua capacità ed esperienza, non abbia commesso errori.

“Lo yacht ha subìto un giro di circa 180°  portando di fatto la prua al posto della poppa, verosimilmente a causa della violenza del vento e della tromba d’aria. Faccio presente che i motori erano in moto al momento dell’affondamento. A causa di questo movimento la catena dell’ancora è rimasta impigliata nelle assi delle eliche e questo movimento ha provocato una grossa falla in sala macchine e forse anche ha provocato la rottura del bulbo. La falla, in quel punto della nave, ha causato l’immediato affondamento dello yacht” scrive in un post Nencioni, concludendolo con l’osservazione che al momento non è possibile per i sommozzatori vedere la falla in quanto questa sarebbe posta sul lato dove la barca è adagiata sul fondo marino, e che quindi si potrà avere la conferma definitiva solo quando sarà effettuato il recupero dello yacht.

“La barca si è girata sull’asse albero, è normale che si sposti ‘a bandiera’ quando c’è vento, con il punto fermo dell’ancora, se questa tiene; quando il vento è molto forte ovviamente i motori sono sempre accesi per contrastare la forza del vento per evitare che l’ancora ari il fondale e quindi non tenga. Con il tipo di tempesta che si è verificato il vento non è stabile ma varia continuamente ed è facile che la barca possa avere rotazioni violente sul proprio asse verticale; direi che è una cosa probabilissima. La mia ipotesi è che in casi di questo genere la catena dell’ancora possa venire risucchiata dalle eliche provocando un cedimento strutturale importantissimo, poiché il locale della sala motore è molto grande e pieno di strutture pesantissime. I garage della nave, nel caso fossero rimasti aperti, possono aver complicato la situazione, ma ripeto, credo che sia dipeso dal cedimento strutturale importante sotto scafo. Forse può essere stata coinvolta anche la deriva creando anche un’altra via d’acqua, ma anche questo lo sapremo una volta che lo scafo potrà essere visionato. Il comandante inoltre, essendo in quella fase in coperta, non poteva sapere cosa stava succedendo sotto scafo, e ha compiuto le manovre tese a salvare le vite umane e l’imbarcazione” spiega l’esperto.

Ma un fatto del genere, causato da una catena che entra nelle assi delle eliche, è mai successo? “Quello del Baysian è stato un fatto estremo. Seppure si sono verificate situazioni di catene entrate nelle assi delle eliche non sono mai successe catastrofi di questo genere. Ripeto: dovremo vedere la barca per esprimerci. Per ora ricordiamo che stiamo parlando di un cantiere che è un’eccellenza nel mondo, di una società che gestisce lo yacht – la Camper & Nicholsons – che è tra le prime al mondo e che sicuramente ha eseguito i più accurati controlli prima di far navigare il Bayesian, e di un comandante formato all’interno della Perini – come da sempre avviene in questo cantiere” conclude Roberto Nencioni anticipando che, a suo parere, la barca sarà a terra fra meno di un mese.

C.G.

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Roberto Nencioni

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