Riforma dei titoli del diporto: luci e ombre secondo l’associazione Amadi
Luciano Panizzutt esamina i motivi per cui vale vedere il bicchiere mezzo pieno ma evidenzia anche alcuni fattori di preoccupazione della riforma
Contributo a cura di Luciano Panizzutt *
* tesoriere Associazione Marittimi Diporto (A.Ma.Di.)
Dopo la pubblicazione di un provvedimento così atteso come quello del 13 dicembre 2023 – Regolamento recante I’istituzione e la disciplina dei titoli professionali del diporto, è normale che si sia scatenata una quantità di reazioni e di commenti dai diretti interessati, a volte positivi a volte meno. L’opinione di AMADI (Associazione Marittimi Diporto) è che, come spesso accade, si possa vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Tutti siamo ben coscienti che l’occasione per rimettere mano all’intero provvedimento sia stata rappresentata dall’esigenza di regolamentare una serie di posizioni “grigie” nel mondo del mercato del noleggio nautico, fortemente espressa dalle organizzazioni industriali e armatoriali, notoriamente più potenti e forse più ascoltate delle associazioni dei marittimi stessi.
Bisogna quindi prendere l’intero pacchetto, cercando di trarre vantaggio dalle parti che ci sembrano più favorevoli, ed eventualmente lavorare per attenuare gli aspetti a nostro avviso non adeguati. Tra i “pro” vediamo lo snellimento delle procedure per ottenere le varie certificazioni, sia di coperta che di macchina, che se sommate all’ampliamento delle abilitazioni concesse dai vari Certificati, tornano a rendere la carriera italiana più appetibile rispetto a quella inglese. Basti pensare che le nuove figure di Comandante del Diporto consentiranno il comando di yachts senza limiti di stazza, mentre analoghe figure in altri Paesi si fermano alle 3.000 GT.
Naturalmente l’abilitazione scritta su un pezzo di carta non è sufficiente per far preferire un Comandante proveniente dalla scuola italiana
a un altro di diversa scuola, ecco perchè è importante che tutta la progressione in carriera sia garantita da adeguati periodi di navigazione su unità di dimensioni crescenti e di conseguenza percepita dagli Armatori e dalle grandi Agenzie di management come rispondente alle esigenze dettate da gigayachts sempre piu grandi e complessi.
Scorrendo i vari articoli abbiamo notato alcune imprecisioni che riteniamo frutto di sviste che in futuro potranno essere corrette nel contesto di un auspicabile dialogo con il legislatore.
Il “bicchiere mezzo vuoto” è rappresentato dalla nuova figura dell’Ufficiale di Navigazione di 2a Classe, su cui tutto il mondo degli addetti ai lavori aveva riposto grandi aspettative. Non vorrefmmo che l’eccessiva semplificazione di questo titolo costituisca un elemento di debolezza, che in futuro possa portare più problemi che benefici. Ad esempio, non aver voluto legare questo titolo all’iscrizione alla Gente di Mare e a un percorso di formazione a bordo ci sembra voler de-qualificare e de-professionalizzare la figura, che invece avrà grandi responsabilità civili e penali nei confronti di potenziali passeggeri paganti, trasportati su unità di dimensioni più che rispettabili (fino a 200 GT).
Va ancora definito, prima dell’entrata in vigore del regolamento, prevista per la tarda primavera, come questi Comandanti potranno essere imbarcati su unità commerciali in mancanza del Libretto di Navigazione. Come detto sopra comprendiamo l’esigenza di istituire una figura di ingresso alle certificazioni, intermedia rispetto al più complesso Ufficiale di navigazione e più agevole nell’accesso, ma riteniamo che una maggiore attenzione nella definizione degli aspetti legati a questa novità, compreso forse un maggior controllo sulla preparazione effettiva dei candidati, sarebbe stato auspicabile. In realta non conosciamo ancora il programma di esame per I’Ufficiale di 2a, chissà che una verifica delle capacità venga fatta in quella sede.
Ci auguriamo che per il futuro si possa tornare a quel clima di collaborazione tra le Associazioni e il Ministero che in passato aveva dato buoni frutti; un tavolo di lavoro permanente permetterebbe di mantenere la normativa sempre aggiomata e al passo con i tempi veloci della nautica odiema.
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