Musetti (Elettro Naval Impianti): siamo il cuore tecnologico dei superyacht italiani
Sistemi chiusi, NIS2 e AI in soccorso dell’equipaggio. La parola all’amministratore Claudio Musetti sul futuro tecnologico dei superyacht dai 40 agli 80 metri

Nata oltre 65 anni fa, la storia della viareggina Elettro Naval Impianti S.r.l.(E.N.I.) è un case study di successo e di adattabilità industriale. Fondata da Giovanni Musetti come azienda fornitrice di servizi di impiantistica elettrica navale su grandi navi mercantili (pescherecci e petroliere), l’azienda ha saputo evolversi, convertendosi con successo nel 1987 al settore del diporto per i più grandi e prestigiosi cantieri italiani. Con Claudio Musetti, amministratore della società madre e della Marin Automation – società creata a fine anni 90 che oggi rappresenta il polo tecnologico delle due aziende – parliamo del ruolo dell’impiantistica nei superyacht e delle sfide più attuali, dalle nuove propulsione all’intelligenza artificiale, fino alla cyber security.
Musetti, la vostra azienda ha una storia singolare che la vede operare prima con navi commerciali e poi passare alle imbarcazioni di lusso. Come ha influito questa tradizione sulla vostra specializzazione attuale nel mondo degli yacht?
“La nostra specializzazione affonda le radici negli impianti elettrici per navi, petrolchimiche e grandi unità commerciali. La crisi del settore mercantile intervenuta negli anni ’80 ci spinse a convertire l’attività verso il mondo dello yachting, nel 1987. Il nostro patrimonio culturale è sempre stato orientato ai grandi impianti e questo ci ha naturalmente indirizzato verso imbarcazioni di una certa misura, dai 40 metri fino agli 80, che è tuttora il nostro target principale. Siamo specializzati nelle costruzioni in acciaio, che richiedono una carpenteria e una preparazione dei cavidotti specifiche. Forniamo i nostri servizi a cantieri come Codecasa, Rossinavi, Benetti, San Lorenzo, Tankoa, Antonini Navi, Amer e altri. ”
Che differenza c’è nel lavorare su uno yacht di 50 metri rispetto alle barche di serie?
“La differenza si manifesta soprattutto nella fase iniziale, nella preparazione delle strade di supporto ai cavi e nella carpenteria. Ma la vera differenza sta nella nostra filosofia: non facciamo barche di serie. Gli yacht che noi realizziamo sono praticamente tutti custom. Ogni commessa è un progetto che iniziamo da zero e che ‘cuciamo addosso’ alla barca come un vestito su misura. Questo ci impegna molto di più in termini di tempo e risorse umane per la progettazione.”
E.N.I. si è evoluta, creando Marine Automation, focalizzata sui sistemi di controllo. Cosa significa in concreto questo servizio per un superyacht?
“Marine Automation è nata nel 1990 per occuparsi esclusivamente della parte relativa al monitoraggio e all’automazione delle parti essenziali della barca sotto il punto di vista della programmazione elettronica di Plc, di sistema di controllo via software. In pratica, noi gestiamo tutti i sistemi di bordo, verificando via software che gli impianti funzionino a dovere e gestendo tutti gli allarmi. La nostra società è stata una delle prime a inserire i sistemi di software Plc nel mondo dello yachting, un tempo dominato dall’elettromeccanica. Questo ci ha permesso di diventare partner di importanti cantieri navali costruttori di imbarcazioni e yacht altamente tecnologici. A livello più avanzato, sviluppiamo il Power Management System che gestisce autonomamente l’energia di bordo: mette in moto i gruppi elettrogeni, li inserisce o disinserisce dalla rete e gestisce le avarie per garantire la vitalità energetica alla barca senza interruzioni. Questo è essenziale per le utenze più grosse, come l’elica di prora, la cui richiesta di energia è valutata dal sistema stesso.”
Quali sono le tendenze attuali che state seguendo, in particolare sulle nuove propulsioni green?
“Il mondo dello yachting è fatto di moda e di tendenza. Attualmente, le propulsioni si stanno evolvendo verso sistemi ibridi, elettrici, diesel-elettrici e combustibili diversi come metanolo e idrogeno. Noi siamo in prima linea, lavorando con partner di grosso calibro, come la multinazionale Nidec, per realizzare le automazioni e i controlli necessari a gestire queste nuove propulsioni. L’evoluzione tecnologica è un obbligo per noi; starne fuori vuol dire non stare al passo.”
Con l’espansione dell’automazione, la cybersecurity è la nuova frontiera della sicurezza navale. Come proteggete i sistemi operativi vitali di un superyacht — in particolare la propulsione — dalle minacce esterne? Qual è il concetto cardine della vostra architettura?
“Su questo tema stiamo lavorando da oltre dieci anni con i nostri ingegneri specializzati, quando ancora l’importanza del tema non era venuta così allo scoperto. La nostra principale garanzia di sicurezza si fonda sulla progettazione di sistemi operativi chiusi. I nostri dispositivi di controllo non sono collegati a una rete internet aperta e non utilizzano browser. Sono progettati per essere completamente isolati, rendendo di fatto impossibile per un hacker o qualsiasi agente esterno penetrarli e modificarne il software.
Questo design robusto garantisce la sicurezza sia dei sistemi di monitoraggio, sia, aspetto fondamentale, dei sistemi di propulsione.
Quando è necessario un intervento o un collegamento da remoto, la nostra procedura è estremamente controllata e conforme: l’accesso dall’esterno è consentito solo ed esclusivamente tramite un router certificato e con dispositivi omologati che ne garantiscono la cybersecurity. Una volta concluso l’intervento, ci disconnettiamo immediatamente e l’accesso al sistema viene sigillato. Tutti i dispositivi che installiamo sono già rispondenti alla norma europea Nis2, che impone sistemi di protezione cybersecurity integrati. La normativa Nis2, è entrata in vigore nel 2024, e i registri navali stanno già integrando gli standard tecnici come da raccomandazioni UR E27. Per questo siamo certi che la nostra conformità diventerà presto un requisito standardizzato nei documenti di bordo. La nostra protezione si basa su un sistema chiuso per natura e certificato secondo le più recenti normative europee.”
Avete progetti che guardano all’Intelligenza Artificiale?
“Sì, stiamo sviluppando un progetto di Intelligenza Artificiale per mettere in condizione gli equipaggi di agire in maniera autonoma nel caso si presentino delle problematiche di funzionamento. Spesso gli equipaggi non sono specializzati su parti software complesse, e con l’IA cercheremo di sostituire la nostra presenza da remoto gestendo in autonomia le problematiche. Il progetto è attuale: avremo una risorsa fissa dedicata a partire da novembre e prevediamo di completare lo sviluppo in circa un anno e mezzo, massimo due anni.”
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