Vado Ligure: il maxi progetto di base nautica approda al Consiglio di Stato
La battaglia legale si concentra sui meccanismi di assegnazione delle concessioni e sulla credibilità del Paese per gli investitori stranieri

La disputa legale sul progetto da 30 milioni di euro per una nuova base nautica a Vado Ligure è giunta al Consiglio di Stato. La società inglese Med Yacht Storage Limited ha presentato appello contro la sentenza del Tar Liguria che aveva dichiarato il ricorso della società “improcedibile”.
Il contenzioso, che coinvolge l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, pone in discussione l’assegnazione di una concessione demaniale, precedentemente confermata a favore del concessionario uscente, Eurocraft Cantieri Navali. Al centro della battaglia legale c’è un progetto che prevede la realizzazione di un polo di eccellenza per yacht dai 40 ai 120 metri, con la creazione di 50 posti di lavoro diretti e un indotto stimato in circa 150-200 unità.
I legali della Med Yacht Storage, gli avvocati Gianpaolo Massa e Carlo Merani, riporta lastampa.it, hanno articolato il ricorso in appello su tre punti chiave che, a loro avviso, rischiano di creare un precedente importante per l’intero settore delle concessioni portuali in Italia.
Il Tar aveva motivato l’improcedibilità del ricorso in primo luogo contestando la cancellazione della società ricorrente dal Registro delle Imprese del Regno Unito (Companies House, avvenuta il 23 gennaio 2023), giudicandola in uno stato di ‘dissolution’ (come anche attualmente appare). Questa interpretazione viene contestata dai legali che sostenengono che il diritto britannico prevede la ‘Administrative Restoration’, una procedura che permette di ripristinare la piena esistenza giuridica della società con effetti retroattivi. Ignorare questa possibilità, spiegano, equivale a negare un diritto riconosciuto a livello internazionale.
In secondo luogo, il Tar aveva dichiarato il ricorso improcedibile anche a causa della mancata impugnazione da parte di Med Yacht Storage degli atti successivi di concessione rilasciati a Eurocraft Cantieri Navali. La difesa ribatte che tali atti erano la conseguenza diretta e inevitabile del provvedimento iniziale del 2020 che aveva escluso Med Yacht Storage, senza alcuna nuova valutazione di merito. Il punto critico sollevato è che la presunta comparazione di istanze svolta dall’Autorità Portuale non si sarebbe mai tradotta in una vera gara pubblica, con criteri trasparenti e competitivi, ma avrebbe di fatto premiato il concessionario uscente senza aprire un confronto a livello nazionale o europeo.
Il centro della controversia risiede però nella compatibilità della procedura italiana con le direttive europee. Gli avvocati sottolineano che la Direttiva 2006/123/Ce impone l’adozione di procedure trasparenti, pubbliche e non discriminatorie per l’affidamento di concessioni economicamente rilevanti. L’appello propone, in via subordinata, di rimettere la questione alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea chiedendo se l’articolo 37 del Codice della Navigazione italiano sia compatibile con il diritto comunitario; l’appello guarda quindi oltre la questione di Vado Ligure e tocca il futuro stesso della gestione delle coste italiane.
Lazzaro Garella, rappresentante della Med Yacht Storage Limited, ha dichiarato che l’obiettivo di questa azione non è ottenere un trattamento di favore, ma il rispetto dei principi di trasparenza e concorrenza imposti dall’Europa per salvaguardare la credibilità dell’Italia e gli investitori stranieri.
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