Incendio alla Carbon Line di Fano distrugge stampi in vetroresina; un ferito
Lo stabilimento produce scafi e sovrastrutture in composito per i più importanti costruttori di imbarcazioni del Paese. Il rogo ha distrutto stampi, semilavorati e materiali. A rischio tempi di consegna e centinaia di posti di lavoro nell’indotto

Un incendio di vaste proporzioni ha colpito la sede della Carbon Line, nell’area industriale di Bellocchi di Fano. Le fiamme, divampate l’11 agosto poco dopo mezzogiorno, sono partite dal tetto del capannone sud e si sono propagate rapidamente a causa della presenza di resine, solventi e materiali compositi. Otto squadre dei Vigili del fuoco, con Protezione civile e forze dell’ordine, hanno operato per ore per contenere il rogo. Un operaio terzista ha riportato ferite lievi ed è stato dimesso in giornata.
Il Comune ha disposto misure di sicurezza: porte e finestre chiuse, stop ai climatizzatori che pescano aria esterna e sospensione della raccolta agricola nelle aree vicine. Arpa Marche sta monitorando aria, acqua e suolo per escludere contaminazioni.
Fondata nel 2012, Carbon Line è uno snodo chiave del distretto nautico marchigiano. Con circa 20mila mq di spazi produttivi, oltre 100 dipendenti diretti e circa 200 lavoratori dell’indotto, fornisce scafi e sovrastrutture a marchi come Azimut | Benetti e Ferretti Group. Il core business è la lavorazione di materiali compositi ad alte prestazioni, soprattutto fibra di carbonio e vetroresina, mediante laminazione in infusione sottovuoto. Questa tecnologia permette di realizzare componenti più leggeri e rigidi, con distribuzione uniforme della resina e riduzione di sprechi e emissioni di stirene. Oltre alla produzione conto terzi, l’azienda ha sviluppato il marchio Eleva Yachts, una gamma di fast cruiser a vela disegnati da Giovanni Ceccarelli, caratterizzati da scafi ottimizzati per la velocità e l’efficienza idrodinamica.
L’incendio ha distrutto stampi, modelli e semilavorati, elementi fondamentali nella produzione nautica: senza stampi, la fabbricazione di nuovi scafi si ferma. Questo potrebbe causare ritardi nelle consegne di yacht in costruzione e incidere sulla programmazione di diversi cantieri italiani.
“Il danno è di milioni di euro – ha dichiarato il project manager Giovanni Piscopo al Resto del Carlino – e servirà tempo per ricostruire e rimettere in marcia la produzione”. I tempi di ripresa dipenderanno non solo dalla ricostruzione dello stabilimento, ma anche dal reperimento di nuovi stampi, che possono richiedere mesi di lavoro.
La zona di Fano e Pesaro è uno dei poli più importanti della nautica italiana, con decine di fornitori specializzati in scafi, interni e accessori. La temporanea perdita di un player come Carbon Line rischia di mettere in difficoltà l’intera filiera. Le aziende clienti potrebbero essere costrette a cercare forniture alternative in Italia o all’estero.
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