G. Vitelli: “Azimut Benetti in Borsa? Non credo. Acquisizioni? Magari nei servizi”
Intervista pubblica alla presidente del primo gruppo al mondo produttore di yacht, laureata in giurisprudenza, che avrebbe voluto proseguire la carriera da avvocato ma il padre Paolo trovò il modo per portarla in azienda
Genova – Entrerà mai Azimut – Benetti in Borsa? “Non credo, se posso non ci vado. Si perde il lusso di poter guardare al lungo termine”. Il gruppo ha bisogno di acquisire altri marchi? “Non nella produzione, magari nei servizi”.
Queste due delle risposte di attualità e futuro sul primo gruppo italiano dell’industria nautica pronunciate dalla presidente Giovanna Vitelli nel corso dell’intervista pubblica organizzata al galata Museo del Mare nell’ambito degli Incontri in blu.
Sul presente la numero uno del gruppo di Avigliana (Torino) ha ricordato che “su scala annuale Azimut Benetti ha avuto nell’ultimo anno una crescita del 15% di fatturato (il doppio rispetto al resto del settore)” e ha aggiunto come “il termometro dei saloni di settembre sia decisamente migliore di quello che ci attendevamo. A Cannes abbiamo sentito un’effervescenza del settore dei super yacht in linea con gli ultimi anni. La taglia medio-piccola di barche subirà un rallentamento complice la situazione degli Stati Uniti”. Il riferimento chiaramente è ai dazi.
Per il resto Giovanna Vitelli in questa intervista pubblica ha alzato il velo sul suo passato, sulla sua vita privata e sul rapporto con suo padre.
Paolo Vitelli, il fondatore di Azimut Benetti (“azienda partita da zero operando in Liguria nel charter di barche a vela dal 1969”), due volte aveva rifiutato l’invito a farsi intervistare nell’ambito degli Incontri in blu. “La prima volta ha detto che era meglio rimandare perché altrimenti avrebbe dovuto togliersi qualche sassolino dalla scarpa”, mentre la seconda ha declinato “perché voleva che le tutti le luci della ribalta fossero per Giovanna che stava per diventare presidente” ha raccontato il giornalista Fabio Pozzo.
Chi lo conosce bene, a margine dell’evento, ha spiegato che Paolo Vitelli rifiutava questo tipo di appuntamenti e riconoscimenti perché li considerava un punto di arrivo mentre lui si sentiva sempre di dover fare ancora molta strada.
“È stato l’imprenditore che mi ha insegnato a essere il manager che sono. Ha lasciato la sua impronta non solo nella sua azienda ma anche nell’associazione” ha ricordato ad esempio Marina Stella, direttore generale di Confindustria Nautica.
Tornando al racconto di sé, Giovanna Vitelli guardando al passato dice di aver vissuto un’infanzia “strettamente legata alla nautica”, definendosi “secchiona”, “prima della classe” e “un po’ competitiva”. Laureata in Giurisprudenza con lode, aveva vissuto il quarto anno di liceo all’estero e il programma universitario Erasmus l’aveva portata in Germania. “In quel periodo un fidanzato tedesco aveva rischiato di mettere in discussione il mio ritorno in Italia” ha confidato.
Di suo padre Paolo ha ricordato che “era assorbito moltissimo dall’azienda; famiglia e lavoro erano mischiate. Era severo con sé stesso quindi anche con gli altri; un padre esigente, non facile, non morbido”. La mamma, invece, “era un’intellettuale, docente all’università. Quella di visitare siti archeologici greci è una passione che mi è stata tramandata dalla mamma”.
Giovanna Vitelli è mamma di due figli (Giacomo e Caterina) di 20 e quasi 18 anni. “Sono liberi di fare quello che vorranno” ha detto, ammettendo come “da un lato il cuore vorrebbe una continuità in azienda” ma dall’altro sottolinea che “con un gruppo da 2.500 dipendenti e n miliardo e mezzo di fatturato la responsabilità sociale e imprenditoriale la sento più di qualsiasi altra cosa”.
Lei aveva scelto Giurisprudenza perché voleva fare l’avvocato, all’epoca non prendeva in considerazione l’azienda di famiglia. “La vedevo come una scelta di comodo” ha raccontato. A 21 anni era entrata in Consiglio d’amministrazione: “Ascoltavo e apprendevo”.
La sua carriera da avvocato l’ha portata a lavorare per cinque anni presso lo studio Bonelli Erede dove si occupava di diritto societario; nel 2004 si presentò l’opportunità di andare a lavorare a New York ma suo padre di fronte a quella scelta le disse che avrebbe considerato l’opportunità di vendere la maggioranza dell’azienda a un cliente di Benetti appassionato del cantiere. “Non so se quell’offerta esistesse davvero o se fosse una scusa per cercare di trattenermi; poi un socio di Hong Kong effettivamente entrò con una quota di minoranza per cui probabilmente l’offerta esisteva e quel partner ci aiutò ad aprire il mercato asiatico che a quel tempo era ancora da penetrare” ha sottolineato.
Il suo percorso all’interno di Azimut Benetti inizio dal Marina di Varazze, passando poi per l’ufficio legale, la comunicazione, poi lo sviluppo del prodotto, fino alla vicepresidenza. A marzo del 2023 il passaggio da vicepresidente a presidente: “Evidentemente i tempi erano maturi secondo mio padre. Più tardi mi disse che si era pentito di non averlo fatto prima. La continuità dell’azienda che prendeva forma per lui era una garanzia”. Alla domanda se invidia qualcosa a suo padre, la risposta è stata: “Non ho mai avuto velleità di confronto con lui che rimarrà unico e inarrivabile nel mondo della nautica per quello che ha fatto”.
Guardando al futuro la missione di Giovanna Vitelli è “dimostrare per altri 25 anni di poter continuare a vincere il campionato del mondo della nautica”; il riferimento è al primato che da oltre due decenni Azimut Benetti detiene di primo produttore di barche al mondo. Uno degli “assi fondamentali dell’azienda” riconosce essere “il binomio con l’amministratore delegato Marco Valle: lui è un commerciale, io cerca di spingere sull’innovazione”.
Prima di congedarsi fa ancora a tempo a illustrare il progetto dell’asilo aziendale fortemente voluto e realizzato ad Avigliana, uno strumento concreto per offrire davvero alle donne pari opportunità. “Le uniche due donne ai vertici nella nautica sono due proprietarie d’azienda. Nell’età dei figli sei messa di fronte alla scelta se spingere sulla carriera o fare la mamma; gli anni clou da madre corrispondono agli anni clou professionali. Solo se riesci a conciliare vita professionale e privata puoi davvero dire di avere creato le pari opportunità” ha concluso Giovanna Vitelli.
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Paolo e Giovanna Vitelli