Fatturato record per il diporto a 8,6 miliardi ma la piccola nautica frena
Gli addetti effettivi hanno raggiunto le 31.480 unità (+2,6%); la metà è impiegata dai cantieri di costruzione
L’anno 2024 ha consolidato la fase di crescita del mercato della nautica in Italia dopo il lungo ciclo post-pandemico che ha visto il raddoppio del fatturato in quattro anni. L’anno nautico appena concluso ha mostrato un fatturato complessivo pari a 8,6 miliardi di euro, ovvero circa 270 milioni in più rispetto al 2023 (con un incremento pari al 3,2% che, a sua volta, fa seguito alla già consistente crescita del 13,6% messa a segno nel 2023 rispetto all’anno precedente). Questo fatturato di 8,6 miliardi ha avuto come destinazione il mercato domestico per 2,55 miliardi di euro (pari al 29,7%) e i mercati esteri per 6,05 miliardi di euro (pari al 70,3%). Rispetto al 2019 (livello pre-pandemia) il fatturato è aumentato dell’80% in termini nominali (equivalente un tasso medio annuo composto del 12,5% circa); negli ultimi 10 anni è cresciuto di quasi due volte e mezza (+247%, +13,2% annualizzato).
Questi numeri emergono dall’ultima edizione del rapporto Nautica in Cifre realizzato dall’Ufficio Studi di Confindustria Nautica in partnership con Fondazione Edison e appena presentato. Le analisi confermano la tenuta complessiva dell’industria nautica italiana e l’evidente differenziazione tra la fascia alta e la piccola industria nautica che negli ultimi dodici mesi ha frenato.
L’87,8% del fatturato complessivo del settore è stato realizzato dalla produzione nazionale che è stata pari a 7,55 miliardi di euro e l’internazionalizzazione del settore risulta evidente dalla quota destinata all’export pari al 78% (5,9 miliardi). Gli addetti effettivi hanno raggiunto le 31.480 unità, in aumento rispetto ai 30.690 del 2023 (+2,6%) e il contributo al Pil è salito a 7,4 miliardi di euro.
In particolare, il comparto della costruzione di nuove unità, che da solo occupa oltre la metà della forza lavoro del settore, impiega 17.510 addetti, con un incremento del +3,7%. Anche il comparto del refit, riparazione e rimessaggio cresce in modo significativo, raggiungendo i 4.640 addetti (+7,9%). Al contrario, il comparto degli accessori e componenti, che occupa 8.470 addetti (oltre un quarto del totale), registra una lieve flessione del -1,7%, mentre quello dei motori, con 860 addetti, segna la contrazione più marcata (-2,3%).
Fra i principali driver della performance 2024 viene segnalato il ruolo della cantieristica: il segmento della costruzione di nuove unità ha raggiunto i 5,4 miliardi di euro; l’89% della produzione nazionale della cantieristica italiana è stata collocata sui mercati esteri.
Il maggiore contributo alla produzione nazionale proviene, come detto, dal segmento della costruzione di nuove unità: nell’anno considerato il fatturato di tale comparto è stato pari a 5,4 miliardi di euro (72,0%); seguono gli accessori e componenti con 1,54 miliardi di euro (20,4%), le attività di refit, riparazione e rimessaggio (505 milioni; 6,7%) e i motori (68,5 milioni, 0,9%).
A conferma della leadership dell’Italia nel settore specifico delle barche e yacht da diporto con motore entrobordo il Global Order Book 2024, la speciale classifica elaborata annualmente dalla rivista Showboats International, ha posizionato l’industria nostrana al top mondiale per ordini di superyacht, con 572 yacht in costruzione, pari a una quota del 50%. Seguono la Turchia (con 146 yacht in costruzione), i Paesi Bassi (69 yacht) e il Regno Unito (81 yacht).
Questo il commento ai numeri di Piero Formenti, presidente di Confindustria Nautica: “Il fatturato del comparto industriale italiano è cresciuto del 3,2%, toccando il massimo storico di 8,6 miliardi di euro. La crescita è stata trainata dall’alto di gamma e dal segmento dei superyacht, che si confermano leader globali, mentre la piccola industria nautica ha registrato un calo di fatturato intorno al -10%. Le difficoltà di questo segmento derivano da una combinazione di fattori, fra cui l’interferenza in alcuni mercati di elevati stock di unità da diporto, le crescenti tensioni geopolitiche, il calo della consumer confidence, unitamente a un regime normativo nazionale ancora troppo burocratizzato”.
Stefano Pagani Isnardi, Direttore dell’Ufficio Studi di Confindustria Nautica, ha illustrato il quadro di contesto dicendo: “Sulla base del sentiment dei principali operatori italiani, le cause della sofferenza della piccola industria nautica, unite agli effetti dell’incertezza commerciale dei dazi americani, potrebbero determinare un rallentamento del comparto a livello globale anche nel 2025. Gli imprenditori si aspettano però una ripresa già nel biennio 2026/2027”.
Marco Fortis, Direttore e Vicepresidente di Fondazione Edison, ha infine aggiunto: “Nel 2024 l’Italia si è confermata primo Paese esportatore al mondo nella cantieristica nautica. L’export delle ‘imbarcazioni da diporto e sportive’ ha superato i 4,3 miliardi di euro (+7,5% sul 2023), con una propensione all’export della produzione nazionale attorno al 90%. Gli Usa restano tra i mercati più rilevanti – in particolare per le unità sotto i 24 metri – sebbene le incertezze tariffarie abbiano influenzato gli ordinativi; ciò rafforza l’esigenza di diversificare i mercati di sbocco”.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY
SHIPPING ITALY E’ ANCHE SU WHATSAPP: BASTA CLICCARE QUI PER ISCRIVERSI AL CANALE ED ESSERE SEMPRE AGGIORNATI
