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Fermati i membri d’equipaggio dello yacht Persefoni I dopo l’incendio in Grecia

A bordo personaggi importanti del Kazakistan che avrebbero innescato le fiamme con petardi e fuochi d’artificio ma a terra sull’isola di Hidra e non dalla nave da diporto

di REDAZIONE SUPER YACHT 24
1 Luglio 2024
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Secondo quanto riporta il media balkaninsight.com sulla responsabilità del recente incendio scatenato sull’isola di Hidra dai fuochi d’artificio lanciati, presumibilmente in un primo tempo, dallo yacht Persefoni I, sono stati accusati dal governo greco otto (o sette, ndr) passeggeri noleggiatori, cittadini del Kazakistan, tutti nel frattempo tornati a casa.

L’incendio, scoppiato nell’area forestale dell’isola greca il 21 giugno in un punto inaccessibile della zona di Agios Nikolaos, ha bruciato 300 acri, minacciato di diffondersi in una vicina pineta e, secondo il Copernicus Emergency Management Service, se il vento avesse avuto una direzione diversa, avrebbe potuto bruciare l’intera isola.

L’accusa, continua balkaninsight.com, è stata annunciata poche ore dopo che era stato rivelato che i kazaki si trovavano su una spiaggia dell’isola quando è scoppiato l’incendio, e non sul loro yacht; a rafforzare la veridicità di questa ipotesi sono stati i ritrovamenti sulla spiaggia dei resti dei petardi lanciati.

E’ stato il sito occrp.org (organized crime and corruption reporting project) a informare, mentre le autorità greche indagavano sull’ipotesi che i fuochi d’artificio fossero stati lanciati dal superyacht, che i ‘charteristi’ a bordo erano importanti cittadini kazaki e che avevano lasciato il Paese il giorno seguente con un jet privato.

Secondo la lista ottenuta dai giornalisti, tra gli ospiti dello yacht ‘Persefoni I’ risultavano sette kazaki. Tra loro c’era Daniyar Abulgazin, uno degli uomini più ricchi del Kazakistan. Il giorno dopo l’incendio, i registri di volo – spiega ooccrp – mostrano che un jet privato normalmente utilizzato da Abulgazin ha lasciato l’aeroporto di Atene per volare verso Almaty, la città più grande del Kazakistan. Abulgazin non ha mai risposto alle richieste di commento inviategli via WhatsApp e Telegram.

Il manifesto della nave mostra che a bordo erano presenti anche il figlio di Abulgazin e sua moglie, Aidan Suleimenova, che dirige una delle più grandi associazioni di beneficenza del suo paese, insieme al suo vice.

Altri ospiti elencati: Umut Shayakhmetova (amministratore delegato del grande istituto finanziario Halyk Bank) oltre a suo marito, Beimbet Shayakhmetov, ex top manager della compagnia petrolifera nazionale Kmg International Nv, e la loro figlia. Neanche Suleimenova e Shayakhmetova, contattate per un commento, hanno risposto.

Sia Abulgazin che Shayakmetova hanno stretti legami con Timur Kulibayev, imprenditore e genero dell’ex presidente Nursultan Nazarbayev, che ha governato il Kazakistan per 30 anni prima di dimettersi nel 2019. Da precedenti rapporti dell’Occpr risultava che l’ex presidente nascondeva molte ricchezze in una rete di fondazioni di beneficenza e che i membri della sua famiglia e le persone a lui vicine si arricchirono durante la sua presidenza.

I dati satellitar idi localizzazione marittima mostrano che lo yacht su cui erano a bordo i khazaki si trovava al largo della costa di una zona remota di Hydra al momento dell’incendio, ciò nonostante i funzionari greci non li hanno accusati pubblicamente di averlo appiccato.

Il servizio nazionale dei vigili del fuoco, spiega Oocrp, ha dichiarato che la sua divisione per i reati dolosi ha arrestato 13 membri dell’equipaggio greco sabato 22 giugno, e conferma che nessuno degli ospiti a bordo dello yacht di lusso è stato trattenuto. Giovedì 27 giugno, il capitano e un altro membro  dello yacht, ambedue greci, sono stati dichiarati prigionieri temporanei mentre i restanti 11 membri dell’equipaggio sono stati rilasciati su cauzione (di 10.000 euro per sette di loro e di 20.000 euro per gli altri quattro) con l’obbligo di presentarsi ogni mese al Dipartimento di Polizia.

Giorgos Koukoudakis, sindaco di Hydra, ha fatto sapere al centro greco dell’Occrp, Inside Story, che il comune sta aspettando il risultato finale del processo investigativo per agire contro tutti i responsabili e chiedere un risarcimento.

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