Cantiere delle Marche annuncia la posa della chiglia di Raw 110. Parla l’armatore
Il costruttore di Ancona ha celebrato l’inizio della costruzione del nuovo yacht disegnato dallo studio di Giorgio Cassetta
Cantiere delle Marche ha posato la chiglia del primo Raw 110 durante un evento privato avvenuto in cantiere. Lo yacht è stato acquistato da un cliente di circa cinquanta anni che non è alla prima esperienza come armatore. Per Vasco Buonpensiere, co-fondatore e a.d. di Cantiere delle Marche, “l’obiettivo non è stupire con caratteristiche appariscenti, ma realizzare progetti fedeli alla loro missione: garantire viaggi confortevoli e sicuri su lunghe distanze. Raw è la piena espressione di questa filosofia, un progetto nato dal nostro instancabile impegno nell’evoluzione dello yacht design. Non ci accontentiamo dei successi ma andiamo sempre avanti, cercando nuove soluzioni e tracciando nuove strade”.
Di seguito pubblichiamo l’intervista realizzata dal cantiere stesso con l’armatore riguardo le sue abitudini di navigazione e motivazioni riguardo alla scelta del modello.
Ha sempre avuto una passione per il mare?
“Sorprendentemente, no. Non sono sempre stato amante del mare. Solo da adulto ho sviluppato un vero interesse per la nautica. Il mio primo amore, in realtà, sono sempre state le montagne: ho sempre amato gli sport di montagna, sia in inverno che in estate”.
Quindi, cosa ha fatto nascere il suo amore per il mare?
“Devo ringraziare mia moglie. Circa vent’anni fa, è stata lei a farmi scoprire le gioie della vita in mare. Quella scoperta ha cambiato tutto per me: mi si è aperto un mondo completamente nuovo di avventure”.
Qual è stata la vostra prima barca?
“Abbiamo iniziato con un gozzo d’epoca, una classica barca da pesca ligure in ottime condizioni. Lo usavamo per esplorare le splendide coste del Tirreno settentrionale”.
La famiglia ha condiviso il suo entusiasmo?
“Assolutamente. Con la crescita della famiglia è cresciuta anche la nostra passione per il mare. Abbiamo iniziato a portare con noi i nostri tre figli e, ben presto, è diventato chiaro che avevamo bisogno di una barca più grande”.
E cosa è successo dopo?
“Il nostro primo vero yacht è stato un Bluegame 60. Ci ha permesso di navigare comodamente nel Mediterraneo. Ma, col tempo, anche quello ha cominciato a starci stretto, così siamo passati al primo Bluegame 73, uno yacht sportivo ma spazioso, perfetto per le vacanze estive con tutta la famiglia”.
Nel tempo, come è cambiato il suo approccio alla navigazione?
“Ho iniziato a dare meno importanza alla velocità e più valore alla qualità del tempo trascorso con famiglia e amici. Ho imparato ad apprezzare le lunghe traversate, i bagni tranquilli, gli sport acquatici e, soprattutto, il relax. Ma mancava ancora una cosa: la mia bici”.
È un ciclista?
“Sì, sono un ciclista appassionato e in passato sono stato proprietario di una squadra ciclistica professionistica. Ho sempre sognato di esplorare le coste in bicicletta, anche durante le vacanze”.
Cosa l’ha portato a scegliere uno yacht costruito da Cantiere delle Marche?
“Dopo anni di navigazione, sapevo di volere una barca che ci permettesse di spingerci più lontano, in qualsiasi stagione. Il Mediterraneo non ci bastava più, eravamo pronti per esplorare oltre. Mi sono imbattuto negli explorer yacht della Darwin Class di Cdm e sono rimasto colpito dal loro design senza compromessi e dalla reputazione del cantiere come leader del settore”.
Tutta la famiglia era d’accordo con questa scelta?
“Beh, io sono stato subito attratto dal design robusto, mentre mia moglie era meno entusiasta dell’aspetto un po’ troppo ‘spartano’. Tuttavia, avevo piena fiducia in Cdm. L’unica domanda era quale modello scegliere”.
Come è stato coinvolto nello sviluppo dello yacht?
“Ho visitato il cantiere di Ancona mentre stavano sviluppando un nuovo modello insieme al designer Giorgio M. Cassetta. È stato il momento perfetto, perché molti aspetti erano ancora in fase di definizione. Ho potuto richiedere diverse personalizzazioni per adattare lo yacht allo stile di vita della nostra famiglia. Volevamo uno yacht che rispecchiasse chi siamo: una famiglia attiva, giovane e sportiva. Raw era la scelta perfetta: grande e confortevole, ma fuori dagli schemi. Con circa 30 metri di lunghezza, rappresenta l’equilibrio ideale tra spazio, comfort, autonomia e manovrabilità”.
Perché la manovrabilità era un fattore così importante?
“Qualsiasi barca più grande avrebbe reso difficile entrare in baie e porti. Gli yacht più grandi comportano più complessità. Non voglio avere a che fare con quei problemi”.
Quali caratteristiche erano per lei fondamentali in questo yacht?
“Ampi spazi abitativi, una connessione fluida tra interni ed esterni e, soprattutto, affidabilità tecnica. Ho anche apprezzato l’estetica fresca creata da Cassetta, con il quale si è subito instaurata una grande intesa. Ho richiesto un tender di grandi dimensioni, un ampio spazio di stivaggio per i giochi a prua e un’area dedicata alle biciclette sulla beach area di poppa, chiusa da murate”.
Quindi può andare in bici anche durante le crociere?
“Esattamente. Avere le bici a bordo significa poter esplorare le coste su due ruote, anche mentre siamo in mare. È il meglio di entrambi i mondi”.
Avete già pianificato viaggi verso destinazioni lontane?
“Nulla di definitivo per ora, ma sono certo che sfrutteremo al massimo le potenzialità dello yacht in termini di autonomia e affidabilità, raggiungendo terre lontane, esplorando aree remote e incontaminate, luoghi che finora avevamo solo sognato di poter raggiungere in barca”.
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