Veronesi (Cantiere del Pardo): “Stiamo investendo in nuovi siti produttivi e professionalità”

Cannes (Francia) – A un anno dalla nomina come a.d. di Cantiere del Pardo, Marcello Veronesi (già nel cda di Oniverse, il gruppo che ha acquistato il cantiere nel 2023) racconta a SUPER YACHT 24 progetti e visioni future per i tre marchi Grand Soleil, Pardo Yachts e VanDutch e quali sono le maggiori sfide in arrivo, dal nuovo sito produttivo all’espansione della gamma. Proprio in occasione del Cannes Yachting Festival il cantiere italiano ha presentato due anteprime mondiali – il Pardo 43 e il VandDutch 75 – e il GS Plus 65 Performance alla sua prima esposizione al salone francese. Il Pardo 43, modello che ha segnato l’inizio della storia di Pardo Yachts, è stato reinterpretato con linee rinnovate migliorando performance e comfort a bordo. Il VanDutch 75 è la nuova ammiraglia della gamma VanDutch e rappresenta un’evoluzione contemporanea dell’identità del brand. I nuovi interni, firmati da BurdissoCapponi Yachts&Design, uniscono materiali pregiati a un’eleganza discreta e rilassata. Il 65 a vela era stato invece presentato la scorsa primavera ed è il modello più piccolo della linea Plus. Infine la presentazione del Grand Soleil Plus 80 Performance, un’interpretazione più sportiva dell’ammiraglia della Linea Grand Soleil Plus, la cui prima unità è già stata venduta ed è attualmente in costruzione. Progettato per velisti che cercano prestazioni elevate unite a linee pulite ed eleganti, il Grand Soleil Plus 80 Performance offre un’esperienza di navigazione esaltante, senza compromessi su comfort e abitabilità. Con l’architettura navale firmata da Matteo Polli e il design interno ed esterno di Nauta Design, il GS Plus 80 Performance prosegue la filosofia progettuale che contraddistingue tutta la linea, arricchendola con soluzioni tecniche e stilistiche inedite.

Partiamo dal mercato, che situazione vede?

“L’inizio del periodo dei saloni è stato molto positivo: il nuovo Pardo 43 ha raccolto subito grande interesse e ordini immediati da parte della rete vendita. Rispetto all’anno scorso percepisco vibrazioni positive. In generale, credo che i saloni restino fondamentali, ma non sufficienti. Vogliamo creare anche occasioni più dedicate e tailor made per i nostri clienti, affiancandole alle fiere internazionali più importanti”.

Dopo un anno nel ruolo di amministratore delegato quali sono i progetti per il futuro?

“Come gruppo ci stiamo concentrando sul miglioramento dei processi interni. Oniverse ha acquisito Cantiere del Pardo a fine 2023 perché credevamo – e crediamo tuttora – che all’interno dell’azienda ci fosse un grande know-how e un Dna ben definito per ogni linea di prodotto. È un patrimonio che da zero richiede anni per essere costruito: il cantiere esiste da 50 anni, il mercato lo riconosce e la crescita del marchio Pardo Yachts ne è una dimostrazione con alcuni cantieri che ne hanno seguito le linee”.

Quali sono oggi le vostre priorità operative?

“Ci stiamo focalizzando su tre aspetti: lo sviluppo di nuovi prodotti, il miglioramento quotidiano dei modelli esistenti e l’ottimizzazione dell’ufficio tecnico. Per noi la continuità aziendale passa dal rinnovamento della gamma. Allo stesso tempo stiamo lavorando molto sulle infrastrutture: abbiamo acquisito un’area molto grande vicino a Forlì, dove realizzeremo un nuovo sito produttivo, mantenendo comunque attivo quello attuale. Il nuovo stabilimento sarà dedicato alle barche di medie e grandi dimensioni e comprenderà anche reparti che oggi non svolgiamo internamente, come stampaggio della vetroresina e verniciatura. Abbiamo inoltre preso un punto a mare a Marina di Ravenna per il varo e il commissioning delle imbarcazioni sopra i 50 piedi, oltre a tutte quelle destinate agli Stati Uniti che saranno trasferite a Monfalcone. Sarà anche un vero e proprio showroom, uno spazio di accoglienza per armatori attuali e potenziali”.

State anche rafforzando il team?

“Sì, stiamo inserendo nuove professionalità: servono competenze aggiuntive per seguire i numerosi progetti in corso”.

Riguardo agli investimenti può dare un ordine di grandezza?

“Preferisco rimanere sul vago, sono risorse significative, investimenti importanti. Il nuovo sito sarà tre o quattro volte la dimensione di quello attuale. Siamo convinti che la direzione intrapresa ci permetterà di rientrare in tempi relativamente brevi”.

Quali sono le esigenze industriali più sentite del momento?

“Il tema che considero più urgente è però quello del mercato del lavoro: la difficoltà nel reperire manodopera specializzata è un problema concreto per tutta la nautica italiana. Abbiamo investito e continueremo a farlo in Italia, ma a volte siamo costretti a guardare altrove perché mancano le persone qualificate per portare avanti la produzione”.

Il mercato della nautica guarda sempre più verso i grandi yacht. Qual è la vostra strategia con Grand Soleil?

“Negli ultimi anni abbiamo ampliato ulteriormente il range, che già era ampio. Il nostro punto di forza resta tra i 42 e i 52 piedi: è il segmento in cui siamo riconosciuti come leader e dove investiremo nelle prossime risorse. Il Grand Soleil 42 LC e il 44 Performance sono ancora best seller, mentre il 52 Performance, varato l’anno scorso, è un modello recente che sta dando ottimi risultati. Sugli 80 piedi, i progetti Long Cruise e Performance sono made to order. Il primo 72 è stato varato nel 2021, poi sono arrivati il 65 LC, il 62 Performance e ora l’80, che sarà varato a marzo. Abbiamo già richieste per nuove versioni e non escludo che in futuro un cliente ci chieda un 90 o un 96 piedi”.

State guardando anche a progetti di taglia più piccola?

“Sì, con il progetto Blue. È un day sailer di 30-33 piedi, un segmento dove non eravamo presenti. È un prodotto di nicchia, ma ha avuto ottimi riscontri: chiunque lo ha provato si è divertito molto”.

Ci raccontava del successo del nuovo Pardo 43.

“Pardo Yachts è oggi il marchio che rappresenta la quota principale del fatturato. Con il nuovo Pardo 43 abbiamo confermato la leadership nel segmento walkaround. Il progetto Gt, partito con il 75 piedi, sarà completato l’anno prossimo dal 65 che colmerà la gamma tra 52 e 75. A Cannes abbiamo presentato l’Endurance 72, che ci porta nel mondo fly: è un settore competitivo, ma dove vogliamo esserci”.

E VanDutch?

“Anche VanDutch è una sfida. Il 75 piedi è stata una scelta coraggiosa: un open di questa dimensione ha inevitabilmente delle limitazioni, ma molti armatori lo scelgono proprio perché open. Finora i riscontri sono molto positivi”.

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