I comandanti di yacht in difesa: “Non si screditi la categoria per esperienze personali negative”
Amadi, Super Captains Team e Marittimi Tirreno Centrale replicano alle parole critiche espresse da un armatore insoddisfatto per la professionalità di alcuni membri d’equipaggio

Hanno fatto molto discutere, suscitando in taluni reazioni critiche e sdegnate, le parole espresse dall’armatore Livio Cossutti, nell’intervista pubblicata da SUPER YACHT 24 e intitolata “Al comando sono io”. Un passaggio in particolare è stato messo nel mirino dalle associazioni dei comandanti perché prende di mira i marittimi.
“Il comandante sono io – racconta Cossuti nell’intervista – perché abbiamo avuto pessime esperienze con i comandanti. Possiamo dire tranquillamente che ho avuto comandanti che hanno rubato 30 mila euro. Ancora adesso quando devo fare il gasolio in costume da bagno e magliettina rosa (quindi chiaramente non sono vestito come un comandante) mi chiedono: ‘Per lei comandante quanti centesimi lascio?’. Quindi funziona così. Ho avuto gente che faceva il pieno della sua macchina con la nostra carta di credito ma non solo: addirittura facevano più litri di quelli che ci stavano nel serbatoio e mi portavano il bigliettino a mano. Uno mi ha demolito un motore (un Caterpillar) a Corfù, non so facendo che cosa”.
Il racconto dell’armatore prosegue dicendo: “Una volta siamo arrivati a sorpresa io e mia figlia a Corfu e una bellissima sudafricana (amante del comandante) era in cabina vip di prua, nella cabina di mia figlia, a darsi lo smalto sulle unghie con le candele accese a 20 centimetri dall’Alcantara. Quindi l’equipaggio da scegliere è in assoluto la cosa secondo me più difficile da fare in barca. Fai colloqui ma spesso ti raccontano storie, ovviamente non ti raccontano se rubano e si drogano, ma poi trovi le prove e quindi alla fine dell’anno mi trovo a dover cambiare 9-10 persone per averne 3 valide”.
Molti comandanti chiedono però che il racconto di questa esperienza personale non porti però a generalizzare e a screditare un’intera categoria.
Le prime reazioni sono giunte da Amadi (Associazione Marittimi Diporto) attraverso il vicepresidente Luciano Panizzutt: “Capisco e condivido lo sdegno dei miei colleghi per l’accaduto, anzi sono stato il primo a commentare l’articolo, però non vorrei che ci soffermassimo a guardare il dito anziché la luna. Penso che la censura non dovrebbe essere mai applicata, e dirò di più: è un bene che tutti possano conoscere quell’armatore e le sue idee, in modo da formarsi un’opinione vista la considerazione che ha degli equipaggi”. Panizzutt ha poi aggiunto: “Molte sono le esperienze negative con armatori di cui veniamo a conoscenza ogni anno, eppure a nessuno di noi verrebbe in mente di metterle in piazza. Non possiamo permettere che venga infangata impunemente tutta la categoria”.
Sull’argomento sono intervenuti anche Armando Macrì (presidente Super Captains Team) e Patrizio Caringi (presidente Marittimi Tirreno Centrale) ritenendo doveroso intervenire come rappresentanti delle rispettive associazioni di categoria. “Se volessimo raccontare tutto ciò che spesso i comandanti subiscono da parte di alcuni armatori, non basterebbe un giornale intero” scrivono. “È evidente quindi che generalizzare e gettare discredito su un’intera categoria professionale partendo da episodi personali non solo è ingiusto, ma anche fuorviante. I comandanti, ogni giorno, si assumono responsabilità enormi: dalla sicurezza delle persone alla gestione tecnica delle imbarcazioni, fino all’organizzazione degli equipaggi. Un ruolo che richiede competenze, dedizione e rispetto, e che non merita di essere banalizzato o screditato da racconti di parte”.
“Le associazioni – aggiungono Macrì e Caringi – nascono anche con l’intento di offrire agli armatori la possibilità di evitare di imbattersi in marittimi non professionisti. Attraverso un attento lavoro di selezione, valutiamo curricula comprovati, ci avvaliamo di passaparola qualificati, delle esperienze dirette di altri colleghi e di molte altre attenzioni che ci consentono di proporre agli armatori solo personale raccomandabile. È chiaro che, come in tutte le categorie, possa talvolta capitare che anche al nostro interno si trovi personale non del tutto idoneo; ma siamo convinti che questo non sia un limite esclusivo della nostra realtà, bensì una dinamica comune a qualsiasi settore professionale”.
Super Captains Team e Marittimi Tirreno Centrale si dicono “dispiaciuti per l’esperienza negativa avuta dall’armatore in questione e per le dure parole riportate contro la nostra categoria. Vogliamo tuttavia rassicurare tutti gli armatori: i comandanti e i marittimi che rappresentiamo non corrispondono affatto all’immagine descritta. Ci auguriamo che (l’armatore intervistato, ndr) in futuro possa ricredersi, magari trovando soddisfazione con un equipaggio da noi consigliato. La reputazione dei comandanti si costruisce con professionalità, trasparenza e passione per il mare: valori che continueremo a difendere e a rappresentare con orgoglio”.
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