Bayesian: “Nessuno pensava potesse affondare, anche Lynch restò a dormire”
Il racconto del marinaio Griffith agli inquirenti e i dubbi da chiarire sulle differenze orarie
“Potevo svegliare prima il comandante e chiudere i portelli di prua prima, ma non credo che la barca poteva salvarsi. Per tutta la notte ho visto che la tempesta stava arrivando verso di noi. Era l’una. Non ho fatto troppa attenzione alla pressione barometrica perché dall’una non era cambiato più di tanto. Fino alle quattro non mi ero preoccupato”. Inizia così il recente racconto fatto agli inquirenti dal marinaio inglese Matthew Griffiths, che era di guardia sul Bayesian, il sailing yacht di Mike Lynch che affondò tra il 18 e il 19 agosto 2024 mentre si trovava ancorato nella baia di Porticello, prima della tempesta, causando la morte di sette persone. E ancora: “La barca stava arando perché c’era molto vento forte e ha cominciato a girare. – ha riferito il marinaio, che è uno dei tre indagati dalla procura di Termini Imerese, insieme al comandante neozelandese James Cutfield e al responsabile della sala macchine Tim Parker Eaton, inglese – Sono corso sul ponte e ho visto che su un display elettronico che i punti andavano indietro, cioè che la barca andava indietro e sono corso alla camera del capitano per svegliarlo. Ho svegliato il capitano, erano le 4.10”.
La drammatica vicenda del Bayesian è tornata al centro dell’attenzione con queste dichiarazioni di Griffiths, riportate agli inquirenti e diffuse dai media, che gettano nuova luce sugli eventi di quella tragica notte sollevando interrogativi sulla gestione delle emergenze e sulla sicurezza in mare e sottolineano il dilemma che si è trovato ad affrontare il marinaio nel contesto del pericolo imminente.
Le dichiarazioni del marinaio presentano comunque delle discrepanze con i dati ufficiali raccolti dalla Guardia Costiera. Secondo quanto riportato dall’Ansa e ripreso da Palermo Today, il messaggio di affondamento lanciato da un Gps è stato ricevuto dalla stazione della Guardia Costiera di Bari alle 4:06, ovvero quattro minuti prima che Griffiths dichiarasse di aver svegliato il comandante. Inoltre, i racconti dei superstiti indicano che l’affondamento completo sarebbe avvenuto alle 4:24.
Queste discrepanze temporali sono centrali nelle indagini in corso: la differenza tra l’allarme automatico e l’azione umana lascia dubbi sul momento in cui la situazione sia stata effettivamente percepita come critica dall’equipaggio. Se il Gps ha lanciato un Sos alle 4:06, significa che a quell’ora lo yacht era già in una situazione di estremo pericolo, probabilmente non più “dritto” come riferito dal marinaio quando il comandante è arrivato sul ponte.
Le parole di Matthew Griffiths, con la loro carica emotiva e le loro incongruenze, rappresentano un tassello fondamentale, ma ancora da contestualizzare, nel complesso puzzle di quella tragica notte. L’inchiesta dovrà accertare se le azioni dell’equipaggio siano state tempestive e adeguate a fronteggiare l’emergenza e, soprattutto, se il destino del Bayesian fosse già segnato o se una diversa gestione degli eventi avrebbe potuto salvare le vittime e l’imbarcazione.
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