Cappiello (Cmc Marine): “Refit, un mercato di nicchia ma strategico”
Secondo il vicepresidente dell’azienda specializzata in pinne stabilizzatrici, il refit è un’attività che vale il 10% del fatturato totale. Velocità d’installazione e compattezza dei sistemi sono i punti di forza

Fondata nel 2005 da Alessandro Cappiello, Cmc Marine è specializzata nella progettazione e produzione di sistemi di stabilizzazione e controllo per yacht e superyacht. Oltre alla stabilizzazione, l’azienda offre una gamma di prodotti che include thruster e sistemi di governo. Un aspetto chiave dei servizi offerti è l’attività di refit, che prevede sia l’aggiornamento e l’ottimizzazione di sistemi di bordo già esistenti ma obsoleti, sia nuove installazioni su imbarcazioni datate sprovviste di qualsiasi impianto stabilizzante. Un team dedicato assicura un servizio di analisi e customizzazione, progettando soluzioni ad hoc per adattarsi alle strutture e minimizzare le modifiche allo scafo. SUPER YACHT 24 ha intervistato Pietro Cappiello, vicepresidente dell’azienda, per fare il punto proprio sulle attività di refit.
Quanto incide il business del refit sul vostro sul fatturato?
“Mediamente intorno al 10%. Non è un’attività centrale ma neanche trascurabile e ci ha sempre interessato e dato soddisfazioni con margini potenzialmente più elevati rispetto alla vendita diretta al cantiere. Fa piacere ricevere richieste di refit, spesso sono progetti interessanti da seguire ed è importante anche per la nostra rete vendita e assistenza per avere il contatto con il mercato”.
Le imbarcazioni più datate hanno maggiori problemi legati agli spazi in sala macchine?
“In realtà sugli yacht più datati c’è una minore estremizzazione degli spazi e trovare il posto per le pinne non è un problema, anche perché i nostri sistemi non richiedono pompe o tubi ingombranti. Il problema si sente sulle piccole imbarcazioni, dove gli spazi sono ridotti e a volte non riusciamo a installare le pinne esattamente nel punto migliore a causa di un serbatoio, una struttura o altri componenti. Ma nella maggior parte dei casi collaborando con il cantiere a cui si affida il cliente e, se necessario, coinvolgendo anche un architetto navale, riusciamo sempre a garantire una soluzione adeguata ed efficiente”.
I materiali dello scafo rappresentano una sfida significativa?
“No, i materiali con cui è costruito lo scafo non rappresentano un problema, i nostri impianti si adattano a tutti i tipi di materiali, incluso il legno”.
Avete anche clienti che eseguono il refit da soli?
“Sì, abbiamo armatori, specialmente di imbarcazioni intorno ai 15/16 metri, che eseguono il refit da soli installando sistemi di stabilizzazione autonomamente o con l’aiuto di un elettricista. Gli stabilizzatori della serie Waveless Stab sono particolarmente adatti a questo tipo di lavoro fai-da-te grazie alle loro dimensioni compatte, alla facilità di installazione e alla disponibilità immediata del prodotto”.
Quali tipologia di progetti sono più diffusi?
“I progetti variano dalle imbarcazioni più piccole, sotto ai 25/30 metri, che richiedono la prima installazione di sistemi di stabilizzazione, fino a imbarcazioni più grandi, 40/50 metri e oltre che necessitano invece di aggiornamenti o customizzazioni di sistemi già esistenti, magari idraulici o funzionanti solo in navigazione e non a zero speed come i nostri. Per questo tipo di yacht offriamo anche un servizio di analisi e customizzazione, progettando soluzioni ad hoc per adattarsi alle strutture e minimizzare le modifiche allo scafo”.
Quanti progetti di refit avete seguito?
“Il nostro database include un totale di 187 barche, solo negli ultimi due anni e mezzo abbiamo realizzato circa 60 progetti di imbarcazioni da 12 fino a 71 metri. Lo yacht più piccolo è stato il Bénéteau Swift Trawler 42, gamma di cui abbiamo trattato anche il 50”.
Come avete caratterizzato questa attività?
“Cmc Marine ha una persona dedicata che si coordina con i nostri centri service e le vendite. Le richieste provengono proprio dalla rete di assistenza, alcune invece provengono direttamente grazie alla reputazione che abbiamo costruito nel settore”.
Qual è il vostro punto di forza?
“L’installazione rapida dei nostri sistemi è apprezzata dai cantieri perché il tempo in cui lo yacht rimane fuori dall’acqua deve essere molto breve. In circa una settimana si riesce a installare tutto, a partire dai rinforzi a scafo, installazione elettrica e meccanica. Al riguardo mi piace raccontare la storia del cantiere spagnolo Astilleros de Mallorca, con base a Palma, in Spagna, che a seguito della velocità d’installazione in occasione del loro primo refit con noi, ci hanno richiesto di diventare centro service per proporre direttamente i prodotti Cmc Marine”.
Su quanti centri conta la rete di assistenza?
“Abbiamo 46 centri autorizzati sparsi in tutto il mondo, tra cui Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Cina, Tailandia, Dubai, Messico, Caraibi, Libano e Cipro”.
Concludiamo con una curiosità: quali impianti avete installato sul nuovo Custom Line 50?
“Lo yacht è equipaggiato con un impianto di stabilizzazione composto da quattro pinne, una coppia di LR151 e una coppia di LR90, più thruster di prua e timoneria con sistema di gestione Argo”.
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