Il Tribunale Ue respinge il ricorso di Melnichenko: il sailing yacht A rimane a Trieste
Il magnate russo aveva chiesto l’annullamento della sua iscrizione nella black list

E’ stato respinto dal Tribunale dell’Unione europea il ricorso presentato da Andrey Melnichenko, con il quale il magnate russo chiedeva l’annullamento delle misure restrittive impostegli poiché, a suo parere, ingiustamente inserito nella black list redatta dell’Unione Europea (che include i soggetti operanti in settori economici che costituiscono una notevole fonte di reddito per il governo della Federazione russa) in seguito all’invasione russa in Ucraina. Misure restrittive che prevedono, tra l’altro, anche il “congelamento” di Sailing Yacht A, di proprietà a lui riconducibile, ormeggiato nel porto di Trieste da quasi tre anni.
Il testo della sentenza specifica che Melnichenko è stato inserito negli elenchi, in quanto è “un industriale russo proprietario del principale produttore di fertilizzanti EuroChem Group e della società carbonifera Suek. Appartiene alla cerchia più influente di imprenditori russi con stretti legami con il governo russo. È quindi coinvolto in settori economici che forniscono una fonte sostanziale di entrate al governo della Federazione Russa, che è responsabile dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina.”
Il 13 marzo 2023 – spiega la sentenza – il Consiglio adottando una seconda serie di atti di mantenimento, conferma quanto sopra aggiungendo che Melnichenko nei giorni precedenti aveva trasferito le sue azioni in Suek ed Euro[C]hem Group alla sua consorte, Aleksandra Melnichenko. Inoltre specifica che, “nel gennaio 2022, il presidente Putin ha accettato di garantire l’esportazione di nove milioni di tonnellate di carbone da Khakassia, Buriazia e Tuva, a sostegno di Suek, il principale esportatore di quelle regioni e ciò quindi comporta che M, continui a beneficiare della ricchezza che ha trasferito alla moglie” e infine che “Il 24 febbraio 2022, nelle fasi iniziali dell’aggressione russa contro l’Ucraina, il magnate “insieme ad [altri 36] imprenditori, ha incontrato il presidente Vladimir Putin e altri membri del governo russo per discutere l’impatto del corso d’azione sulla scia delle sanzioni occidentali, esemplificando così il suo ruolo di membro della cerchia più ristretta di Vladimir Putin. Tale invito speciale dimostra che egli sta sostenendo o attuando azioni o politiche che minano o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina. Inoltre, è un importante imprenditore coinvolto in settori economici che forniscono una fonte sostanziale di entrate al governo della Russia, che è responsabile dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina.”,
Per queste ragioni, “riscontrate da fonti solide e affidabili”, il Tribunale dell’Unione ha confermato che il Consiglio (supportato in giudizio dalla Commissione europea) ha correttamente imposto le misure restrittive, che ancor più erano giustificate dato l’obiettivo di esercitare la massima pressione sulle autorità russe per far porre fine alle loro azioni e politiche destabilizzanti per l’Ucraina e all’aggressione militare contro l’Ucraina, e aumentare i costi delle azioni della Federazione Russa.
Sailing Yacht A, resterà dunque a Trieste. Firmato da Philippe Starck e costruito da Nobiskrug, lo yacht, lungo quasi 143 metri, con tre alberi in fibra di carbonio, dal valore di circa 530 milioni di euro, resta sottoposto al controllo diretto da parte dello Stato italiano che è responsabile del suo mantenimento, ed è costato ad oggi alle sue casse circa 27 milioni di euro.
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