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Pininfarina Nautical e Fulvio De Simoni Yacht Design raccontano la loro inedita alleanza

Oltre alle nuove costruzione particolare attenzione anche al refit che le due aziende trovano interessante e di notevole prospettiva

di Riccardo Masnata
31 Ottobre 2022
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Se una firma come Vafiadis è portabandiera degli yacht designer “puri”, un brand globale come Pininfarina è invece sinonimo di trasversalità del design e (stimolanti) incroci fra i diversi settori industriali in cui opera, a cominciare da quello automobilistico naturalmente. Se poi Pininfarina decide a sua volta di collaborare con un altro nome di punta nella nautica come Fulvio Di Simoni allora questa ‘alleanza’ merita un approfondimento interessante.

SUPER YACHT 24 ha provato a farlo nel corso di questa intervista congiunta con Daniele Mazzon, responsabile Transportation e yacht design di Pininfarina Nautical, e Kevin Rice, chief creative officer dell’azienda torinese. L’occasione è stata la partnership, annunciata all’ultimo salone di Monaco, fra Pininfarina Nautical e Fulvio De Simoni Yacht Design, appunto. Il progetto si chiama X2 – EXplore X EXperience e segue il lavoro già fatto insieme dai due studi sul 15 metri Epsilon, un catamarano innovativo.

Per il concept X2 però le dimensioni sono diverse, siete cresciuti e nemmeno di poco, non è  vero?

“Sì, parliamo di un explorer con target di 73 metri, frutto di una visione e di una concezione del tutto nuove.”

In cosa consistono queste novità?

“Il progetto prevede una completa fusione fra ambienti esterni e interni, gioca sulle trasparenze e vuole dare agli ospiti della barca la sensazione di essere completamente inclusi nella natura circostante. Salire a bordo di uno yacht del genere è un’esperienza che tocca il cuore, sicuramente emozionale.”

Come possono coesistere due studi affermati su un progetto così ambizioso?

“Ci sono diversi progetti in cui i designer in effetti non vogliono collaborazioni e preferiscono andare avanti da soli ma quando c’è la possibilità da parte di due soggetti di portare un vero valore aggiunto allora le partnership funzionano. Questo è uno di quei casi.”

Come è stato per voi lavorare con Fulvio de Simoni e il suo team?

“E’ molto bello, lui ha un’esperienza enorme ma soprattutto ama confrontarsi con colleghi giovani e in Pininfarina li ha trovati. Lavorare assieme in questo modo arricchisce entrambi.”

Qual è l’identikit dell’armatore committente di uno yacht del genere?

“E’ un armatore attento alla sostenibilità, aperto alle novità che guarda a elementi che oggi sono molto importanti come la gestione dello spazio o il range di navigazione e magari meno alla velocità. Negli ultimi anni i gusti degli armatori sono cambiati moltissimo e il design non può non tenerne conto.”

Come è strutturata la branch dedicata alla nautica all’interno del gruppo?

“Pininfarina in totale impiega in Italia circa 250 professionisti, e nella parte di yacht design lavorano circa 8-9 designer fissi, divisi tra Torino e la sede di Miami. Internamente c’è comunque molta flessibilità, di volta in volta i team possono essere modificati in base ai progetti, crediamo molto nell’interscambio fra competenze e gruppi di lavoro”.

In quali settori opera Pininfarina, oltre ad automotive e nautica?

“C’è una parte molto sviluppata dedicata all’architettura ma anche al industrial & experience design e al settore del trasporto, per esempio treni e aerei, autobus e people mover. La micromobilità è in forte crescita, in particolare.”

Nella nautica su quali altri progetti state lavorando?

“Seguiamo con attenzione la parte di refit, che troviamo interessante e di notevole prospettiva, visto anche l’aumento della flotta mondiale di megayacht e la crescente propensione di alcuni armatori a refit non conservativi. Anche la plancia di comando da noi realizzata per Vard è un esempio di progetto che può avere seguiti interessanti in futuro.”

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