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Mugnaini (Seven Stars): “Pronti a fare rinascere Leopard Yachts con modelli fino a 46 metri”

L’azienda prevede un buon andamento per il refitting fino al 2028-2029 quando tutte le unità da diporto vendute nuove in questo periodo d’oro torneranno nei cantieri avendo esaurito gli anni di garanzia

di Cinzia Garofoli
11 Ottobre 2022
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Davide Mugnaini

Principato di Monaco – Al Monaco Yacht Show SUPER YACHT 24 ha incontrato Davide Mugnaini, amministratore unico di Seven Stars – Marina & Shipyard, realtà collocata con due sedi strategiche sul canale dei Navicelli che collega Pisa con il porto di Livorno e territorio di tanti cantieri navali. Viareggino d.o.c., Mugnaini ha tradizioni e passioni di famiglia nella nautica da diporto, più quella personale per la sua barca a vela del cuore: una Star con la quale, da sempre, partecipa a regate.

Mugnaini, nel settore si resta colpiti dal fatto che di una realtà enorme come la Seven Stars si legga davvero poco. Da cosa dipende?

“La Seven Stars ha in effetti una struttura enorme, in particolare da due anni con l’acquisto del nostro secondo cantiere: abbiamo un totale di 140 mila metri in due strutture con 20 mila metri di capannoni coperti; come estensione di metri quadrati coperti siamo i più grandi nel Mediterraneo, ci batte solo Tolone. Abbiamo due travel lift, uno da 700 e uno da 560 tonnellate, e uno spazio acqueo di 280 metri di banchina in acqua semidolce. Ha ragione riguardo alla nostra poca esposizione mediatica: tutti mi dicono di rivolgermi alla stampa o alla pubblicità, ma da sempre abbiamo alimentato il nostro lavoro solo con il passaparola dei nostri lavori fatto dai nostri primi clienti che ancora oggi sono con noi.”

Come nasce il vostro cantiere?

“Da una grande combinazione: la mia famiglia che si occupava di costruzioni navali ma anche di costruzioni immobiliari realizzò delle commesse per il dottor Antonio Belloni (direttore generale del gruppo francese Lvhm) e durante una cena assieme gli parlai della mia passione per il refit, in particolare di una straordinaria barca Riva di 24 metri in legno, del 1964, che avevo refittato nel 2007 ricevendo anche un premio come miglior refitting, svelandogli anche il mio sogno di avere un cantiere da dedicare a questi gioielli per mantenerli come meritano. Dopo un mese mi telefonò per indicarmi un sito e mi chiese di informarmi senza impegno. Si trattava del cantiere sui Navicelli che, grazie alla sua firma per l’accesso al finanziamento, abbiamo potuto acquistare. Così nel 2012 è nata la Seven Stars che oggi si occupa di yacht dai 20 ai 60 metri. Alessandro Giambalvo – cresciuto professionalmente accanto a Belloni – venne a valutare l’operazione e divenne nostro socio. Dopo pochi anni il Financial Times, di propria iniziativa, scrisse della nostra grande crescita.”

Quale ritiene sia stata la chiave del vostro successo?

“L’entusiasmo di tutti, aiutato anche dalla particolarità di ritrovarci con diverse persone i cui genitori avevano lavorato con mio padre, che ha unito in un clima affiatato tutta la squadra composta oggi da trentacinque persone: tutte project manager che controllano la qualità del lavoro e come si devono muovere le ditte a bordo senza transigere su nulla per non rischiare di rovinare alcunché in imbarcazioni così preziose.  Non abbiamo avuto momenti di crisi, neanche nel 2008, anno nel quale invece di calare il fatturato lo abbiamo aumentato: il blocco delle vendite nel nuovo aveva infatti incrementato il mercato dell’usato e di conseguenza il nostro lavoro.  Tra l’altro nel Mediterraneo siamo davvero gli unici a essere specializzati sulle barche storiche: ne abbiamo in media 4/5 ogni anno del 1930-32, di solito dai 25 metri in su; anche questo ci ha aiutato molto a vincere questa ‘battaglia’.”

A quale ‘battaglia’ nello specifico si riferisce?

“Abbiamo lavorato duramente per arrivare a questi risultati: al nostro arrivo ci era stato promesso di tutto dalla politica ma nulla è cambiato e il canale dei Navicelli senza le opere di dragaggio resta ancora oggi una ‘bellissima bicicletta da corsa senza i pedali’ a causa dei suoi fondali inadeguati che imprigionano le imbarcazioni. Sono quindi arrivato a comprare la draga e a fare gli scavi necessari da solo. Con il canale dragato regolarmente i comandanti verrebbero in grandissima quantità perché ci sono tutte le caratteristiche ideali: acqua ferma, ormeggio con piccole cime di qualsiasi imbarcazione, non c’è sale, non c’è risacca, non ci sono allagamenti perché abbiamo lo sbocco al mare. Ma oggi vengono solo quelli che ci conoscono e sanno che riusciranno a uscire di qui grazie ai miei rimorchiatori e al mio aiuto, altrimenti c’è il rischio che restino imprigionati. Con dragaggi e realizzazione della foce di ingresso ci sarebbe lavoro per minimo duemila persone perché i grandi cantieri che sono qui come Codecasa e Overmarine potrebbero finire le loro lavorazioni sui Navicelli.

Nonostante questi impedimenti abbiamo iniziato con ricavi da 1,6 milioni di euro per arrivare ai 25 dello scorso anno. E per quest’anno ad oggi siamo oltre i 22 milioni di euro.  Prevediamo inoltre un buon andamento per il refitting fino al 2028-2029, quando tutte le barche vendute come nuove in questo periodo d’oro torneranno nei cantieri avendo esaurito gli anni di garanzia.”

Circa due anni fa avete acquistato il nuovo cantiere; come sono impostate ora le due strutture in riferimento alle attività?

“Il nostro nuovo cantiere era il cantiere storico Leopard; quando lo abbiamo acquistato abbiamo ottenuto anche il marchio. Lo abbiamo intanto dedicato alla costruzione del nuovo, che realizziamo per conto terzi per avere una base di guadagno sicuro. Il nostro metodo di lavoro prevede un margine di guadagno, basso ma sicuro, che ci mette al riparo dai rischi conservando la nostra abitudine a lavorare con i nostri soldi senza doverci rivolgere alle banche. Con questa seconda struttura siamo un’azienda importante a livello patrimoniale; tra l’altro questa si presta in particolare al nuovo mentre la prima al refit e ci ha consentito naturalmente da subito di poter separare lavori completamente diversi tra loro.”

Quali sono le novità che può anticipare attraverso SUPER YACHT 24 sulla vostra attività?

“Oltre ad aver acquisito lavori nel nuovo per conto terzi lavoreremo per far rinascere il marchio Leopard Yachts della famiglia Picchiotti, marchio importante che ha fatto la storia della nautica – italiana e forse mondiale,  insieme a Benetti – a cui tutti noi dobbiamo molto. La stessa famiglia Picchiotti è d’accordo e ora sarei contentissimo, anche per tutti loro, di rilanciarlo puntando solo all’eccellenza, con una produzione molto limitata, e riposizionarlo nel mercato come giustamente merita per l’enorme apprezzamento che ha avuto. Per questo a firmare questi nuovi Leopard sarà Andrea Bacigalupo che ha progettato molti modelli di successo del marchio ed è entusiasta della ripartenza. Il primo modello sarà il 28 metri, che stiamo iniziando a costruire: la scocca arriverà a febbraio. Procederemo poi con il 36 metri, il 32 e il 46 metri.”

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Seven Stars travel lift Seven Stars Seven Stars Seven Stars Seven Stars Davide Corsico Piccolino – direttore tecnico Davide Mugnaini

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