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Il cantiere Lorenzoni di Livorno vuole farsi largo nel refit

Il travel lift da 150 tonnellate del cantiere è pronto da anni per lavorare su navi da diporto fino a 35 metri ma il ritardo dei lavori sulle banchine lo rende quasi totalmente inutilizzabile

di Cinzia Garofoli
8 Giugno 2022
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Luigi e Leopoldo Lorenzoni

Ha tutte le carte in regola per lavorare in un segmento di mercato di taglia maggiore ma non può giocarsele: per questo SUPER YACHT 24 e SHIPPING ITALY hanno raccolto volentieri l’invito del cantiere livornese Lorenzoni a conoscerlo più da vicino. L’azienda è pronta da molti anni per lavorare su navi da diporto fino a 35 metri grazie all’investimento fatto nell’acquisto di un travel lift della portata di 150 tonnellate ma che purtroppo, per un ritardo nei lavori sulle sue banchine, al momento non è ancora utilizzabile.

Dal ’48 ad oggi, prima con il fondatore Luigi Lorenzoni, poi con Luciano e oggi con i suoi figli Luigi e Leopoldo che lo gestiscono, il cantiere si è sempre distinto per intraprendenza e curiosità, e quest’ultima è forse la propulsione che ha reso il suo motore potente.

E’ proprio grazie alla vendita di specifici motori marini che nasce la Lorenzoni, società che svilupperà nel tempo anche il cantiere navale e amplierà la collaborazione con la Vm motori creando il marchio “Lvm” omologato per la nautica da diporto: un’iniziativa unica nel panorama italiano che oggi regala alla società particolari soddisfazioni. Ma le attività del cantiere sono tante, praticamente tutte quelle possibili, e lo rendono in grado di realizzare un’imbarcazione dalla progettazione alle chiavi in mano all’armatore, così come finora è riuscito a fare arrivando già da anni a costruire interamente anche un traghetto di 30 metri che tuttora è in servizio fra Piombino e Portoferraio.

Il cantiere ha un know how nel diporto che lo vede forse fra i primi ad aver trasformato un vecchio rimorchiatore del ‘44 costruito in Canada su progetto americano in uno yacht; questo accadeva già nel 2005, molto prima che il refittare una barca da lavoro diventasse quasi una moda. Da lì la costruzione completa di barche da lavoro come quelle per il trasporto e i pescherecci. Già antecedentemente lavorava con la sua motorizzazione su barche da diporto di lunghezza limitata ai 15 metri perché per alzare quelle più grandi occorreva appunto un travel lift di capacità di sollevamento adeguata.

In virtù di questa sua esperienza il Cantiere Navale Lorenzoni aspira a crescere ancora nello yachting e non solo, e per questo ha acquisito aree e mezzi: “Intorno al 2010-2011 esisteva già il nuovo progetto per modificare la darsena del nostro cantiere per creare la vasca a misura del nostro travel lift da 150 tonnellate” spiega Luigi Lorenzoni: “Nel tempo, partecipando a gare, abbiamo allargato dagli originari 3.000 a 7.000 metri quadrati il nostro piazzale, e aumenteremo ancora l’area di ulteriori 1.500 metri quadrati. Il completamento dei lavori che consistono nella posa e lo spianamento del cemento nella vasca, nell’ulteriore area del piazzale e di tutta la banchina da quanto ci ha promesso l’Autorità di sistema portuale livornese dovrebbe partire a breve. A lavori conclusi avremo finalmente un bacino sul quale poter lavorare con il travel lift che abbiamo comprato nel 2011 proprio al fine di operare su barche fino a 35 metri con larghezza di 9 metri in modo economico – cosa impossibile ormai senza questo tipo di macchina. Nel 2018 erano iniziati i lavori che dovevano andare avanti e concludersi in sei mesi ma ci sono stati degli intralci: ora auspichiamo di poter finalmente procedere presto e con tempi di realizzazione veloci, al massimo di due mesi”.

Le richieste per questo segmento di imbarcazioni sono infatti numerose e giungono da diverso tempo al cantiere – in particolare dalla Lusben del gruppo Benetti – e non trovano soddisfazione proprio perché la banchina non è ancora pronta per poter utilizzare il travel lift.

Lorenzoni ha un gruppo di lavoro di 20 persone e clienti in tutta Italia oltre che all’estero: “Oltre alla parte di refitting che possiamo eseguire con il travel lift produciamo motori da diporto con potenze fino a 350 cavalli, quindi motori che vanno su maxi tender. Abbiamo rimotorizzato il Wally tender del T.M. Blu One, il superyacht del cantiere Picchiotti poi allungato da Lusben di proprietà dello stilista Valentino e il tender, sempre un Wally di 45’, della nuova Regina d’Italia, la barca Codecasa varata nel 2019 degli stilisti Dolce e Gabbana” ricorda l’ingegner Leopoldo Lorenzoni. “E’ su questo tipo di barche che lavoriamo con i nostri motori Lvm da quando, circa sette anni fa, con la trasformazione dei motori Vm abbiamo creato e omologato il nostro marchio Lvm per adattarli al diporto. Fra i nostri clienti italiani vi sono ad esempio Aprea e Sciallino, ne abbiamo anche all’estero e aumentano sempre di più grazie all’apprezzamento che riscuote il marchio. Sulle stesse barche facciamo anche refit sia la manutenzione ordinaria annuale che qualsiasi altro lavoro sia necessario. Le nostre maestranze esprimono tutte le professionalità: abbiamo con noi dagli elettricisti ai meccanici fino – anche in questo senso unici a Livorno – al maestro d’ascia. Il servizio che forniamo al cliente è certificato Rina e Lloyd’s ed è a 360 gradi”.

Il Cantiere Lorenzoni è iscritto anche all’Albo Nazionale dei riparatori navali al Ministero dei Trasporti e lavora sia nelle riparazioni che nelle realizzazioni anche sulle eliche e sui timoni sia nel diporto che nelle navi commerciali così come nei traghetti: “Nelle nostre officine svolgiamo in questi comparti lavori per Benetti e per Mangusta e – aggiunge infine con orgoglio il padre Luciano Lorenzoni – abbiamo lavorato anche con l’Autorità di sistema portuale ristrutturando la storica m/n Bruno Gregoretti. E non manca una collaborazione con la Palfinger Marine per la riparazione delle scialuppe di salvataggio, anche nelle lavorazioni più delicate sotto il profilo della sicurezza. Ma, come detto, il cantiere è da tempo organizzato con il suo travel lift per poter lavorare su navi più grandi”. Un peccato limitarlo insomma.

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